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22/06/2016 17:37:00

Marsala, omicidio Mirarchi. Uomo arrestato dai carabinieri: Nicolò Girgenti, bracciante

19,30 - L'arrestato è il marsalese Nicolò Girgenti, vivaista e bracciante agricolo, classe '61. E' un conoscente della famiglia Abate, ed è anche abbastanza conosciuto nella zona di Ventrischi e Santo Padre dove è avvenuto l'omicidio. Ha avuto in passato anche una relazione con la figlia di Abate, del quale - secondo le prime informazioni raccolte dalla nostra redazione - è stato socio in una piccola azienda oggi fallita. Girgenti è difeso dal'avvocato di fiducia Vincenzo Forti del foro di Marsala. Contattato dalla nostra redazione Forti si dichiara "meravigliato" dell'arresto di Girgenti in relazione alle indagini sul caso Mirarchi: "Sono certo che il mio assistito, che incontrerò domani presso la struttura penitenziaria in cui è richiuso, saprà dimostrare la sua totale estraneità a questa triste vicenda di cronaca". 

18,40 - I Carabinieri confermano la notizia anticipata da Tp24.it: l'arresto del presunto omicida del Maresciallo Silvio Mirarchi, ucciso a Marsala la notte del 31 Maggio scorso. Ecco la nota inviata a tutte le redazioni:

I carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, unitamente a militari del ROS e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, a seguito delle investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte con il supporto del RIS di Messina, hanno tratto in arresto l’autore dell’omicidio del Maresciallo Capo MIRARCHI Silvio, avvenuto il 31.05.2016 a Marsala, sulla base del provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale lilibetano.
I dettagli dell’operazione verranno resi noti durante la conferenza stampa prevista per domani 23 giugno, alle 09.30, presso il Comando Provinciale di via Orlandini 27, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Marsala, Dott. Vincenzo PANTALEO.

 17,30 - I carabinieri questo pomeriggio hanno arrestato un uomo a Marsala, sospettato dell'omicidio del Maresciallo Silvio Mirarchi. Le generalità dell'uomo non sono note, ma, secondo quanto appreso dalla nostra redazione si tratta di un italiano, sulla quarantina, coinvolto nella gestione e nella conduzione dei terreni e delle serre dove è avvenuta la sparatoria nella quale ha perso la vita Mirarchi. L'uomo è in stato di fermo. Le indagini sull'omicidio di Silvio Mirarchi continuano senza sosta da ormai tre settimane. 

I carabinieri stanno coinvolgendo nelle indagini tutte le loro migliori divisioni, dai Ros ai "Cacciatori di Calabria". Al di là dello stretto merito delle indagini, le forze in campo in queste settimane hanno permesso di ritrovare molte piantagioni clandestine di marijuana, con diversi arresti.  

Mirarchi,53 anni, era vice comandante della piccola stazione di Ciavolo, a Marsala. Di origini calabresi, il maresciallo, viveva a Marsala da molti anni, assieme alla famiglia. Per il suo omicidio, avvenuto il 31 Maggio scorso, si sono svolti a Marsala i funerali solenni, con la presenza di molte autorità, dal Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette, al Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. 

Il maresciallo Mirarchi e un collega erano impegnati in un servizio di osservazione la sera del 31 maggio scorso. Notando la presenza di più persone che al buio si comportavano in maniera sospetta, decidevano di avvicinarsi per verificare cosa stessero facendo. Secondo la ricostruzione della Procura di Marsala i due militari “giunti a circa 60 metri dai soggetti, accendevano le torce in dotazione e si qualificavano come Carabinieri, provocando una repentina reazione a fuoco che determinava prima il ferimento e poi la morte del Maresciallo Mirarchi”.
“Ulteriori dati investigativi raccolti consentono di delineare il coinvolgimento nella vicenda di un gruppo organizzato di criminali, i quali erano intenti ad asportare la canapa afgana coltivata all’interno di alcune serre di contrada Ventrischi di Marsala e che, vistisi scoperti, non hanno esitato a reagire con le armi”
, continua la nota della Procura.

Il giorno dopo l’agguato i Carabinieri del comando provinciale hanno arrestato Francesco D’Arrigo, di Partinico, indicato come gestore della serra in cui venivano coltivate sei mila piante di marijuana. I carabinieri la sera prima hanno convocato in caserma il proprietario delle serre, Giovanni Abate. Poi sono scattate le manette a D’Arrigo. Adesso l'arresto di una terza persona, probabilmente collegata con i due personaggi e il loro ambito.