La Corte di Cassazione ha reso definitive le condanne inflitte dalla Corte d’appello di Palermo ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro coinvolti nell'operazione "Golem 2" (15 marzo 2010). I giudici romani hanno respinto i ricorsi presentati da Giovanni Risalvato (condannato in secondo grado a 14 anni di carcere), Lorenzo Catalanotto (13 anni), Tonino Catania (13) e Giovanni Filardo (12), dichiarando inammissibili quelli di Vincenzo Panicola (10 anni), cognato di Matteo Messina Denaro, Maurizio Arimondi (10 anni), Marco Manzo (4 anni) e Nicolò Nicolosi (2 anni e 3 mesi), che di recente si sarebbe pentito. Giovanni Filardo, cugino di Messina Denaro, in primo grado, era stato assolto dal Tribunale di Marsala, che invece aveva condannato il boss latitante castelvetranese a 10 anni per la partecipazione all'associazione mafiosa dal 28 novembre 2008 in poi (condanna confermata in appello). Per il periodo precedente c'era a carico di Messina Denaro una condanna passata in giudicato a 20 anni. La Cassazione ha, inoltre, confermato anche i risarcimenti alle parti civili: Associazione antiracket e antiusura di Trapani, Confindustria Trapani, Libero Futuro, Addio Pizzo, Comune di Campobello di Mazara, associazione antimafia "Borsellino" di Marsala, associazione antiracket di Mazara del Vallo e Partito Democratico. Quest'ultimo, a cui la Corte d’appello di Palermo aveva riconosciuto un risarcimento di 50 mila euro, si era costituito solo nei confronti di Tonino Catania.