Acquisita alle carte del processo la “cnr” della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, nel processo al consigliere comunale Vito Cimiotta, accusato di aver promesso un “beneficio” al fine di ottenere voti, dovevano essere ascoltati i due giovani ai quali sarebbe stato promesso un posto di lavoro al bar dell’ospedale di Marsala. Francesco Saverio Bruscino e Rosario Novena, però, seppur citati, non si sono presentati al cospetto del giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte. E per questo motivo, il magistrato ha inflitto loro una multa di 300 euro a testa. E se alla prossima udienza (20 settembre) saranno ancora assenti, potrebbe anche ordinare l’accompagnamento coattivo. La mattina dell’udienza (la successiva a quella del 20 settembre prossimo), i carabinieri si presenterebbero all’uscio dei testimoni per condurli in Tribunale. Ma questa, al momento, è solo una possibilità. Intanto, nell’accordo tra accusa e difesa per acquisire la relazione investigativa (contenente sia le testimonianze Bruscino e Novena, che, a riscontro, anche quelle di altri giovani amici e conoscenti), la difesa intravede un elemento positivo. Ascoltare, infatti, il luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura, sarebbe stato più pericoloso. A Vito Cimiotta, difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo, viene contestata la violazione della legge regionale in materia elettorale. “Sono fiducioso nella giustizia – ha sempre affermato il consigliere - e ritengo di poter provare l’assoluta correttezza del mio operato nel corso della campagna elettorale”.