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30/07/2016 06:10:00

Alcamo, inchiesta Dirty Affairs: chiesto il giudizio immediato per Perricone e gli altri

Si andrà probabilmente al giudizio immediato per gli indagati nell'inchiesta "Dirty Affairs" della Procura di Trapani, che ha svelato alcuni retroscena sulla gestione della cosa pubblica ad Alcamo. Il giudizio immediato è stato chiesto per tutti e sette gli indagati. Tra loro il nome di maggiore spessore è quello di Pasquale Perricone, per un breve periodo anche vice sindaco di Alcamo. La notizia del suo arresto, due mesi fa, provocò un vero e proprio terremoto nella campagna elettorale di Alcamo per il nuovo Sindaco (poi è stato eletto il candidato del Movimento Cinque Stelle, Domenico Surdi). Gli imputati sono tutti accusati a vario titolo di truffa, associazione per delinquere, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Oltre a Perricone, 61 anni, gli indagati sono la cugina Girolama Maria di 50 anni, Marianna Cottone, 33 anni, Emanuele Asta 55 anni, funzionario dell’ex Ufficio di Collocamento del Comune di Alcamo, Maria Giardina, 52 anni, Francesca Cruciata, commercialista ed ex revisore dei conti del Comune di Alcamo, 58 anni, e Domenico Parisi, ex consigliere comunale di Alcamo.

Gli unici ancora ad essere sottoposti a misure cautelari sono Perricone e Marianna Cottone, considerati le menti dell'organizzazione. Gli altri sono tutti a piede libero. 

Tutto ruoterebbe attorno ad una società cooperativa, la Promosud, organismo che si occupa di corsi di formazione e di aggiornamento professionale. Secondo la Guardia di Finanza, gli episodi principali sono collegati al  fallimento di una società, la Nettuno società consortile arl, incaricata dei lavori di riqualificazione del porto di Castellammare del Golfo. Dai riscontri è emersa anzitutto la natura “fraudolenta” di quella bancarotta che ha provocato uno spostamento di somme pari a  4 milioni di euro e da qui è venuta fuori la figura di Perrricone, descritto dai finanzieri come il “deus ex machina” di tutta l’operazione e addirittura vicino alla famiglia mafiosa dei Melodia di Alcamo. L’ex vicesindaco viene indicato come “amministratore occulto” della società fallita, così come anche della “Cea Soc. Coop.”, società aggiudicataria dell’appalto insieme alla Coveco dei lavori di riqualificazione del porto. Perricone, pur non figurando ufficialmente nella compagine di nessuna di queste società, sarebbe stato il “regista” di tutta l’operazione imprenditoriale, voluta e pianificata sin dall’inizio con il preciso scopo di appropriarsi e disperdere in mille rivoli non tracciabili le ingenti risorse di denaro pubblico affluite nelle casse della “Cea Soc. coop” e destinate alla realizzazione del porto.

Tra i reati contestati anche quello di aver lucrato sui fondi stanziati per la formazione professionale mediante la creazione di una fitta rete di società che hanno simulato l’organizzazione di numerosi corsi “fantasma” in modo da ottenere illeciti finanziamenti pubblici e allo stesso tempo assegnare posti di lavoro in cambio di favori. C’e’ anche un corso di formazione chiamato “Cultura della legalita’” tra quelli ‘fantasma’ organizzati dal
gruppo.
 In totale sono quattro le societa’ coinvolte, tutte dedite all’organizzazione di corsi fasulli. "Basti pensare – commenta il comandante Michele Ciarla, del settore polizia tributaria – che in alcuni casi l’amministratore che organizzava i corsi, era poi il docente ed anche l’alunno del corso. Un meccanismo paradossale che secondo noi e’ un sintomo di sicurezza del sodalizio”. 

Veniva corrotto un funzionario direttivo del centro per l’impiego, Emanuele Asta, in cambio della disponibilità di quest’ultimo ad attestare falsamente la regolarità dei corsi fantasma.  Il nome di Emanuele Asta ha fatto entrare nel contesto investigativo possibili contatti con la massoneria, per il ruolo che Asta svolgerebbe all'interno di alcune logge. Dinanzi ai pm però Asta si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Complessivamente sono 32 le persone coinvolte nelle indagini. 

"Le indagini – spiegò il sostituto procuratore Ambrogio Cartosio commentando gli arresti a Maggio – hanno preso il via dai normali controlli che vengono effettuati quando viene comunicato il fallimento di una società, in questo caso la Nettuno soc. consortile arl, incaricata di effettuare i lavori di riqualificazione al porto di Castellammare del Golfo”.
“Gli accertamenti successivi, condotti in maniera davvero minuziosa e con notevolissima professionalità dagli uomini della Guardia di Finanza – aggiunse il procuratore Marcello Viola – hanno messo in luce una serie di attività illecite e criminali oggettivamente allarmanti e gravi e una capacità di condizionamento del tessuto politico, economico e sociale del territorio alcamese davvero preoccupante”.

Perricone, secondo l'accusa, ha esteso il suo condizionamento tentacolare anche ad un altro fondamentale centro di potere locale, rappresentato dalla Banca di Credito Cooperativo “Don Rizzo” (determinandone nel 2014 le nomine del CdA e influenzandone le scelte).