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01/08/2016 14:00:00

Immigrazione, la nave “Elpis” in aiuto dei rifugiati bloccata a Lampedusa

La burocrazia blocca la nave ospedale “Elpis” giunta a Lampedusa in aiuto dei rifugiati: delusi i componenti dell’associazione “Elpis Nave Ospedale Onlus”. L’imbarcazione, registrata come nave speciale in uso conto proprio, era arrivata il 13 luglio a Lampedusa, completa di strutture sanitarie avanzate e team medico per l’intervento plurispecialistico, inserito nel progetto di più associazioni “Xenia 34° Nord”, per il soccorso a rifugiati e migranti sulla rotta delle imbarcazioni provenienti dal nord Africa, ma per problemi burocratici non ha potuto raggiungere la posizione indicata dal Comando Generale della Guardia Costiera Italiana (90 miglia a sud di Lampedusa), dove avrebbe operato come “ospedale in mare” sulla rotta dei rifugiati. «La nave è stata autorizzata a raggiungere Lampedusa -afferma il dottore Giancarlo Ungaro, presidente dell’associazione Elpis- ma poi le Capitanerie di Porto locali non hanno concesso il posizionamento nella zona di mare indicata dal Comando generale della Guardia Costiera di Roma, e i successivi rimandi di competenze non hanno prodotto risultato. Siamo delusi, l’iniziativa è stata lodata dalla Guardia Costiera Nazionale e dal Comune lampedusano, ma Elpis è rimasta inattiva con formale divieto di svolgere attività sanitaria anche nei confronti dei migranti sbarcati. Inutili pure le spese sostenute dal solo dal volontariato, perciò giorno 28 la nave è rientrata a Trapani. Le complicazioni burocratiche a cui ci siamo esposti per la sua realizzazione e che speravamo di superare con le costose modifiche apportate, sono state affrontate con il desiderio e l’ostinazione di voler continuare a battere la bandiera italiana, volontà, ormai fiaccata dalle circostanze». «Non c’è stato diniego da parte nostra, ma le operazioni a terra avvengono secondo il piano d’intervento della Prefettura-spiega il Capitano di Fregata, medico, Salvatore Boscarino- che prevede l’accoglienza sanitaria da parte dei medici dell’Usmaf (sanità marittima)».