Sono tutti entusiasti per il “contentino” della Ryanair nei confronti dell’aeroporto di Trapani Birgi, in seguito all’annuncio di istituire il volo per Praga dalla prossima estate. Ma desta ancora preoccupazione la situazione dello scalo trapanese per l’ennesimo bilancio in rosso dell’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto Vincenzo Florio.
Nei giorni scorsi la compagnia lowcost irlandese ha annunciato un miliardo di dollari di investimenti in tutta Italia, con 44 nuove rotte. Un modo per ringraziare il governo Renzi per aver annullato le tasse per gli aeroporti locali di 2,50 euro per i vettori. In questo piano di investimenti è prevista una aggiunta al piano voli per Trapani, ossia il volo da e per Praga dalla prossima estate. Palermo, che negli ultimi anni ha avuto un balzo in avanti nei rapporti con la Ryanair avrà il collegamento con Bucarest, invece.
Un “contentino”, ma che può essere un segnale di distensione della compagnia aerea irlandese nei confronti del territorio trapanese. Da anni ormai si assiste ad un tira e molla incessante, con il vettore minaccia continuamente di lasciare il Vincenzo Florio.
L’Airgest versa per la Ryanair circa 3,5 milioni di euro l’anno e il contratto scade a marzo 2017. Contratto stipulato con l’Ams, la società che si occupa del marketing per conto della compagnia low cost irlandese. Nei mesi scorsi il presidente dell’Airgest Franco Giudice ha riferito di aver parlato con i responsabili della Ryanair e che c’è tutta l’intenzione, da parte loro, di restare a Birgi addirittura sottoscrivendo un contratto quinquennale anizchè triennale. Ma il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro e aspettano certezze, vogliono, in sostanza, un interlocutore fisso e non stare a rincorrere la “cordata” provinciale per aver pagate le quote. L’accordo di co-marketing costa all’Airgest 3,5 milioni di euro, mentre ai Comuni circa 2,7 milioni. Un accordo stipulato con la società che gestisce il marketing per la compagnia, ma che di fatto serve per aver assicurati i voli a Trapani. In questo senso i comuni sono sempre in difficoltà ed in ritardo per pagare le quote trimestrali.
Dicevamo che l’annuncio di Ryanair ha disteso gli animi. Il primo ad esultare è stato il sindaco di Trapani Vito Damiano. “È una decisione che va in controtendenza rispetto alle nefaste previsioni (chiusura dell’aeroporto, abbandono dello scalo da parte di Ryanair, collasso dell’economia turistica locale, ecc.) che ormai da anni sono state costantemente alimentate dalla stampa locale e che non hanno certamente facilitato i rapporti fra la società di gestione e la compagnia di volo irlandese”.
“I Comuni – dichiara il Sindaco Damiano - che hanno fatto la loro parte, ma anche quella della soppressa Provincia e della Regione, hanno dimostrato sensibilità e impegno, anche economico, verso la delicata problematica che oggi vede il territorio ripagato di un’attenzione insperata”.
“Piuttosto che piangere e lagnarci, facendoci del male, - ha puntualizzato il Sindaco - dobbiamo unire le
forze e concentrare gli sforzi, assieme alle componenti private, per l’ulteriore sviluppo del nostro
territorio”.
Se da un lato si guarda con soddisfazione l’annuncio di Ryanair dall’altro desta sempre preoccupazione la situazione dell’Airgest. Il bilancio 2015 è stato chiuso nuovamente in rosso con una perdita pari a 2 milioni 29 mila euro. Nel documento contabile si parla di una perdita “mitigata nel suo ammontare complessivo dalla manifestazione economica della componente straordinaria di reddito derivante dal riconoscimento concreto di un ristoro per i danni maturati nell’ambito del conflitto ex risoluzione ONU 1973″: ossia il ristoro dei danni provocati dalla chiusura dell’aeroporto durante le operazioni militari in Libia nel 2011. In questo senso l’Airgest ha incassato 3,5 milioni di euro (ai comuni ne sono andati 1,5) ma non sono bastati per coprire il buco. Nel 2015 lo scalo di Birgi ha raggiunto quota 1.586.992 passeggeri, 12 mila in meno rispetto all’anno precedente e quasi 300 mila in meno rispetto al 2013.
L’Airgest a breve dovrà provvedere alla ricapitalizzazione. La parte grossa la dovranno fare i soci privati, visto che il socio di maggioranza, la Regione, non può intervenire in questo senso. In queste condizioni, però, l’Airgest non è più in grado di pagare il co-marketing. Allora si cerano finanziatori e si attende l’ingresso di altri soci privati. Per molti la soluzione per il rilancio di Birgi è proprio questa, la vendita delle quote ai privati. Un percorso che sarebbe già cominciato ma che si annuncia molto lungo.