A Pantelleria, in un modo o nell’altro, si cerca di reagire dopo il devastante incendio doloso di fine maggio che ha distrutto quasi 800 ettari di bosco. Una prima importante reazione è arrivata dalle Istituzioni regionali e nazionali, il Parco Nazionale di Pantelleria è, infatti, dallo scorso giugno, una realtà. Grazie all’impegno immediato del ministro Galletti, subito dopo l’incendio si sono accelerate le fasi di definizione dell’iter costitutivo che, dopo l’accordo tra Stato e Regione Sicilia, ha visto l’approvazione della delibera in Consiglio dei Ministri e, infine, la firma del Presidente Mattarella. Ora si sta cercando di capire quali sono gli interventi da fare, anche se la speranza di un veloce recupero cresce. I tecnici che stanno analizzando il territorio a quasi tre mesi di distanza dal rogo confermano che il bosco e la macchia mediterranea stanno dando segni di ripresa. Il Comune sta iniziando i lavori di messa in sicurezza lungo il costone dell’isola dove, con le prime piogge potrebbe esserci il pericolo di caduta massi lungo la strada perimetrale e l'altro intervento che il Comune si appresta a fare è quello relativo alla strada per Montagna Grande e il ripristino delle linee elettriche e telefoniche.
Nel corso dell’incontro che si è svolto all’interno del Castello Medievale, e dedicato al progetto di rimboschimento del territorio bruciato, erano presenti le associazioni ambientaliste Kyoto Club, Federparchi, Legambiente, che assieme all’associazione Marevivo, hanno lanciato una raccolta fondi per ripiantare gli alberi a Pantelleria. Le fiamme hanno distrutto una vegetazione autoctona, costituita in gran parte da pini marittimi, pini di aleppo, lecci, piante e arbusti caratteristici della macchia mediterranea (ginestra, corbezzolo, timo, rosmarino, origano e mentuccia). I progetti di rilancio del Parco, che per il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele, hanno bisogno della collaborazione di tutte le Istituzioni pubbliche, delle Università, dell’Accademia di Forestazione e delle associazioni ambientaliste, prevedono una spesa di circa 10 milioni di euro, con un intervento sul dissesto idrogeologico causato dall’incendio e quello specifico di rimboschimento.
Si dice fiducioso il sindaco: “Sono ottimista, abbiamo avuto molti attestati di stima in questo periodo. Ci sono diversi grandi gruppi industriali che si sono fatti avanti per dare il loro contributo”. Speriamo non siano solo illusioni, quelle del primo cittadino pantesco. Ma è lecito chiedersi, era proprio necessario arrivare a questa emergenza perchè il Parco diventasse realtà? In fondo si è costituito proprio ora che, materialmente quasi non c’è più, proprio ora che è necessario intervenire per la sua ripiantumazione. Per il Parco di Pantelleria e la sua nuova vita si spera per il meglio, per le risposte alle nostre domande, è agosto e la politica si è presa il meritato riposo...