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29/09/2016 06:35:00

La pista ciclabile incompiuta Trapani-Marsala. La Regione Sicilia vuole indietro i soldi

“Stiamo realizzando la pista ciclabile da Trapani a Marsala – Tratto Trapani – Nubia”, c’era scritto così sui cartelli lungo la strada che da Trapani porta alle saline di Nubia, quando i lavori erano in corso. Quei cartelli sono rimasti lì per molti anni, poi sono spariti, perché, come tante volte accaduto in Sicilia sono diventanti il simbolo di una nuova incompiuta. Non è una novità che la Sicilia e più in generale le Regioni del sud siano al vertice di quella odiosa classifica dell’incapacità di realizzare o portare a termine le opere pubbliche già finanziate. Non è una novità che spesso, proprio per questo motivo, i fondi fanno il percorso inverso, devono cioè tornare all’ente pubblico che li ha erogati perché non si è stati in grado di spenderli. Eppure il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi si è convinto che la questione del Ponte sullo Stretto, per modernizzare il Paese e rilanciare le sorti del sud con centomila nuovi posti di lavoro, si possa risolvere in un quattro e quattr’otto. Ma a quanto pare Renzi non conosce per niente le reali condizioni delle strade e delle infrastrutture in Sicilia e di come vengono gestiste le risorse pubbliche.

L’ultimo caso di questa atavica incapacità nel riuscire a completare le opere arriva da Trapani, dove, da dodici anni sono fermi i lavori della famosa pista ciclabile, il cui progetto iniziale risale al 2001. Programmata dall’allora presidente della Provincia di Trapani Giulia Adamo, doveva collegare il capoluogo trapanese a Marsala. Poco più di 30 km che dovevano dare slancio al territorio dal punto di vista turistico e ambientale, favorendo quei percorsi ciclo-pedonali-culturali, collegando in un unico percorso con la “greenway” - così veniva definita la pista ciclabile sul sito della Regione -, le Riserve Naturali Orientate delle “Saline di Trapani e Paceco” e delle “Isole dello Stagnone di Marsala”, e unendo i punti d’attrazione turistica e culturale, quali il “Museo del sale”, la “Torre Nubia”, la “Torre di Mezzo”, la “Torre di Marausa”, la “Torre San Teodoro” e proseguendo lungo il litorale fino alla “Strada Romana” sommersa, antico collegamento tra l’isola di Mozia e la costa marsalese. Di tutto questo rimane soltanto uno stralcio incompleto che parte da Trapani e si ferma poco prima delle saline di Nubia. La pista ciclabile “Trapani- Museo del Sale di Nubia” non è mai stata completata ed ora il Libero Consorzio Comunale (ex Provincia) dovrà restituire la somma di 123.000 euro alla Regione Sicilia, perchè l’Assessorato alle Infrastrutture ha revocato il finanziamento.

A Febbraio del 2001 il progetto approvato prevedeva un importo di spesa di 929 mila euro di cui 670 mila per lavori, compresi gli oneri di sicurezza. A settembre del 2002 con un’asta pubblica i lavori vennero affidati alla ditta “Di Bella” di Catania per un importo complessivo di 674mila euro. Qualche giorno dopo, il 7 ottobre, i lavori furono consegnati fissando la data di ultimazione al 4 agosto del 2003. La somma totale di compartecipazione ai lavori della Regione Sicilia era di 465 mila euro. Sin da subito si presentarono dei problemi di natura tecnica e amministrativa e la mancanza di un’autorizzazione da parte del Genio Civile causarono la sospensione avvenuta il 30 luglio del 2004. L’anno successivo la ditta incaricata intraprese un lungo contenzioso con la Provincia che si chiuse con la risoluzione del contratto. Nessuno dei successori di Giulia Adamo: Tonino D’Alì, Mimmo Turano, né tantomeno i commissari Luciana Giammanco e Antonio Ingroia sono riusciti a sbloccare la situazione. Per la verità, l'ex pm Ingroia, l’ultimo giorno di servizio a Trapani - eravamo nel novembre del 2014 - disse che i lavori sarebbero ripresi e completati entro un anno e nel tentativo di arginare la richiesta di revoca del finanziamento da parte della Regione, avanzata già nel 2011, si cercò in extremis di riprendere il progetto e di formulare una nuova soluzione per il completamento, ma anche in quel caso l’Ufficio Tecnico del Libero Consorzio ha confermato la natura “insormontabile” dei problemi che non hanno permesso ad oggi di completare la pista ciclabile. Con il nuovo sollecito della Regione per la restituzione della somma finanziata, stavolta la decisione presa dal Libero Consorzio è stata quella di restituire l'intero importo al fine di evitare contenziosi e il conseguente aumento di spese legali e interessi. Per chi sogna la pista ciclabile Trapani-Marsala, invece, basta continuare a farlo e avere bene in mente la frase: “Stiamo costruendo la pista ciclabile da Trapani a Marsala...”, chi lo sa, magari un giorno si realizza davvero…