Avrebbe diffamato il segretario del Pd di Trapani, Francesco Brillante. Per questo motivo il pm Belvisi ha citato direttamente in giudizio il Sindaco Vito Damiano. L'udienza si terrà il 6 Marzo e Damiano è difeso dall'avvocato Bosco, che ha già incassato per Damiano un'importante successo, l'assoluzione in primo e secondo grado nella vicenda dell'auto blu usata per andare allo stadio a seguire il Trapani Calcio. Adesso il caso è minore, più di natura politica che altro, ma destinato a far discutere: anche perché dimostra come ormai i Tribunali - e quello di Trapani non fa eccezione - sono intasati di cause per diffamazione che hanno origine spesso su Facebook. Damiano è uno dalla querela facile, e questa volta la subisce. Ma qual è il fatto? In pratica, tra il 12 e 13 Ottobre del 2014 qualcuno tagliò le gomme all'auto del Sindaco Damiano. Un gesto grave, che suscitò la solidarietà di tutti, tra cui proprio il segretario del Pd, Brillante, che però, da segretario di un partito di opposizione a Damiano, ci tenne a mettere dei puntini sulle i: "Purtroppo v’è anche da dire che vige ormai un diffuso senso di indolenza nei confronti di tutto ciò che promana da questa amministrazione. Il giudizio negativo, la mai raggiunta adeguata comunicazione tra sindaco e collettività, porta sempre più ad un disamoramento di ogni cosa riconducibile all’amministrazione
comunale”. Chiamato a commentare questa affermazione, Damiano rispose: “Diciamola tutta, io gli atti di solidarietà me li aspetto dalle persone perbene… dalle persone che praticano questa violenza o che condividono questa violenza non voglio nessun atto di solidarietà”. Per il pm, quindi, Damiano, indicò Francesco Brillante “quale soggetto che pratica o, comunque, condivide il compimento di atti di violenza di tale natura”.
RIZZI. Il GIP del Tribunale di Trapani, Emanuele Cersosimo, ha emesso un'ordinanza di imputazione coatta con la quale ha disposto il rinvio a giudizio per Enrico Rizzi, il noto "animalista" di Trapani e per un Ispettore della Polizia Municipale di Trapani, Gabriele Gaspare. I due sono accusati di minacce e nei confronti di un Medico Veterinario dell'ASP di Trapani, dott.ssa Paola Augugliaro. La decisione del GIP segue all'accoglimento dell'opposizione alla richiesta di archiviazione che la Augugliaro, per il tramite del suo legale, avv. Marco Siragusa, aveva presentato avverso la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, dott.ssa Rossana Penna.
I fatti risalgono al mese al mese di ottobre del 2015, quando Rizzi e il vigile Gabriele avrebbero proceduto a sequestrare un cane da una civile abitazione che, a detta loro, sarebbe stato vittima di un presunto maltrattamento (il reato è punito dall'articolo 544 ter del Codice Penale). All'esito alle indagini si accertò, invece, che nessun maltrattamento era stato agito sull'animale.
Nell'occasione Rizzi - che indossava una pettorina di Ausiliario di Polizia Giudiziaria pur non avendole titolo, secondo quanto accertato nelle indagini - e l'Ispettore di Polizia Municipale avrebbero preteso che il Veterinario violasse i sigilli e ricoverasse l'animale presso il canile municipale di Trapani (da tempo sotto sequestro amministrativo con conseguente divieto di ingresso di altri cani). Al rifiuto opposto dal medico, Rizzi e Gabriele avrebbero minacciato conseguenti denunce penali a carico del Veterinario. Da qui, il processo che sarà celebrato a loro carico per il reato di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, con l'aggravante dell'abuso di poteri (artt. 611 e 61 n. 9 c.p.). La minaccia era infatti diretta a costringere la Veterinaria a commettere il reato punito dall'articolo 349 del codice penale (violazione dei sigilli). Tuttavia la Dottoressa non solo non commise l'illecito, ma presentò denuncia nei confronti del Rizzi e dell'Ispettore di Polizia Municipale. Da sottolineare, inoltre, che il cane, non mostrando segni riferibili a maltrattamento animale, venne riconsegnato il giorno dopo alla sua legittima proprietaria, che, sempre secondo il GIP, venne diffamata dal Rizzi (ed anche per questo titolo di reato è stato imposto il rinvio a giudizio dell'animalista).