Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/11/2016 06:20:00

Marsala. Viaggio nello stagnone malato/2. Lidi, kitesurf selvaggio e mancanza di regole

Proseguiamo il nostro viaggio all’interno dello stagnone di Marsala. Qui potete leggere la prima parte. Di fronte ad una situazione poco chiara per il numero di strutture e le attività che sono nate negli ultimi anni e in particolare, riferendoci agli ultimi chioschi realizzati nel 2016, abbiamo chiesto a Roberto Fiorentino, responsabile della Riserva Naturale Orientata Isole dello Stagnone, di farci sapere della regolarità o meno di quanto finora realizzato. Fiorentino ha confermato che ai lidi è stato dato parere positivo per la diretta fruizione del mare ma solo a carattere stagionale. Il responsabile della riserva lo ha detto chiaramente: “I lidi devono essere smontati al termine dei sei mesi di concessione che vanno dal 1° aprile al 31 ottobre e questa regola vale per tutte le strutture che si trovano in preriserva”.
Abbiamo fatto presente che il termine è scaduto ma i lidi sono ancora al loro posto. Fiorentino: “I gestori hanno ancora qualche giorno di tempo per poter smontare e se non lo faranno saranno denunciati. Dovranno adeguarsi e lo dovranno fare anche i gestori del lido alla Lupa”. Fiorentino, che ci dice riguardo alla passerella in tufo che congiunge uno dei due lidi al mare; è a norma, non impatta con l’ambiente? Fiorentino: “Non è affatto in regola, è un abuso e i suoi gestori per questo sono stati denunciati”. I nuovi chioschi, tra abusi e non osservanza della stagionalità saranno pure destinati alla diretta fruizione del mare, ma a questo proposito, dobbiamo ricordare che l’articolo 3 del regolamento della Riserva dello Stagnone che disciplina le attività consentite al suo interno non contempla mai esplicitamente le attività commerciali.

Il Kite e il suo regolamento che non c’è – Allo stagnone sono tantissimi gli sportivi e appassionati che praticano kitesurf tutto l’anno. Oltre ai praticanti locali, molti arrivano da Germania, Polonia, Slovacchia, e in alcuni casi anche da oltreoceano. Sono una dozzina circa le associazioni che hanno aperto delle scuole, e alcune di esse sono pubblicizzate anche in siti stranieri. Sia per le scuole che per la pratica dello sport all’interno dello stagnone, ad oggi non c’è nessun regolamento che disciplini il tutto e ognuno quindi è libero di fare un po’ come gli pare. Il lascia passare, se così si può dire, per la pratica del kite, arriva da un’ordinanza del sindaco che permette di farlo perchè si è stabilito che in alcune zone dello stagnone non c’è balneazione. Dal comando della Capitaneria di Porto però ci confermano che chi fa kite, deve comunque attenersi a quanto previsto nell’ordinanza sulla sicurezza balneare n°11 del maggio 2016 emanata dal Comandante del Circondario Marittimo di Marsala, Gianluigi Bove, secondo la quale, visto che la fascia di balneazione all’interno della riserva è di 200 metri a partire dalla battigia, chi fa kite dovrà, prima di iniziare a veleggiare, arrivare a tale distanza e da lì poter iniziare a praticare lo sport. Dunque anche per il kite, come per i chioschi, non c’è una vera regolamentazione e per la sua regolarità ci si attiene all’art. 4 del Regolamento della Riserva che alla sua lettera (I) elenca alcune delle attività sportive vietate perché ritenute compromettenti dell’integrità ambientale e la tranquillità dei luoghi: automobilismo, trial, motociclismo, motocross, deltaplanismo, etc; il kite quindi è ritenuto uno sport compatibile con l’ambiente.

Piano di Utilizzazione della Preriserva - Le scuole e le associazioni sportive che praticano Kite da un po’ di tempo premono per avere assegnate delle zone proprie, ma sia il comando della Capitaneria di Porto che lo stesso Fiorentino ci dicono che non è possibile e che attualmente, l’unico Ente a poter destinare le aree è l’assessorato regionale Territorio e Ambiente. Per quanto descritto e per regolamentare la vita della Riserva dello Stagnone, sia dalla Capitaneria che dallo stesso responsabile della riserva ci è stato detto che risulta fondamentale l’approvazione da parte del Comune di Marsala del Piano di Utilizzazione della Preriserva. Un piano regolatore che andrà ad indicare le linee guida su come si vuole la riserva, e di vitale importanza se si vuole puntare ad un suo sviluppo ecocompatibile. E’ un documento per cui il Comune ha già presentato l’iter di approvazione, ma che in realtà doveva essere approvato sei mesi dopo l’istituzione della Riserva, nel lontano 9 luglio 1984. Tra l’altro, l’inadempienza non è solo del Comune di Marsala, perché in mancanza da parte dell’amministrazione locale, avrebbe dovuto pensarci la Regione.

Cosa si vuole fare della Riserva - Allo stagnone si sta dando spazio a una serie di attività commerciali e di fruizione del mare che sembrano cozzare con la natura dei luoghi e che in altre Riserve della Sicilia fino a questo momento sono state escluse; un esempio è quello di Vendicari, la Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica in provincia di Siracusa tra Noto e Marzamemi, particolarmente importante per la presenza di pantani che fungono da luogo di sosta nella migrazione degli uccelli. A Vendicari di chioschi per la fruizione del mare non ce ne sono. A questo punto le domande da porsi e magari da girare a chi di competenza sono: come si sta gestendo lo sviluppo dello Stagnone? Si vuole davvero puntare su questo tipo di crescita? E’ questa la cosa migliore per la Riserva?
Al momento non è molto chiaro, visto che si stanno concedendo autorizzazioni su più fronti e forse con troppa leggerezza in mancanza di una vera regolamentazione. In tutti ciò la Laguna dello Stagnone, come abbiamo già raccontato, non sta bene, il suo ecosistema si è modificato, e i problemi ambientali cominciano dalla sua bocca nord, chiusa da detriti che non permettono il riciclo e l’ingresso di “nuova” acqua che avviene soltanto tramite due piccoli canali laterali, il che non permette una buona ossigenazione. E infatti in questi anni abbiamo assistito alla scomparsa della poseidonia, una pianta che è un indicatore di un ambiente marino sano e pulito. Anche per questo si dovrebbe intervenire immediatamente con tutte le azioni necessarie a garantire la tutela e la sopravvivenza di questo pezzetto di Sicilia che ci invidiano da ogni angolo del mondo.