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13/11/2016 06:30:00

Referendum costituzionale, le ragioni del Sì e del No nei vari appuntamenti in provincia

Le ragioni del Si e del No per il referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, sono state dibattute nel corso dell'incontro “Informare i cittadini per un voto consapevole” organizzato dalla Cisl Palermo Trapani. “L’ obiettivo di questi incontri è offrire ai nostri delegati e dirigenti una chiara lettura dei motivi alla base del Si e del No perché è sempre più fondamentale una vera partecipazione attiva e consapevole al cambiamento, non più rinviabile nel nostro paese e ancor più nel nostro territorio”. Ad aprire cosi il dibattito che si è svolto al Palazzo Riccio di Morana a Trapani sul tema della riforma costituzionale e il referendum di dicembre organizzato dalla Cisl Palermo Trapani, è stata il segretario Daniela De Luca. Un confronto fra politici, sindacalisti per informare i rappresentanti del sindacato e i lavoratori sulle motivazioni alla base del Si e del No “per un voto consapevole” . All’incontro hanno partecipato rappresentanti locali regionali e nazionali del sindacato, parlamentari nazionali e giuristi per il No e per il Si. “Nel nostro Paese sono tanti i temi da affrontare, oltre a quello delle riforme necessarie per innovare il Paese e dare slancio solo se largamente condivise e chiare nei dettagli – ha aggiunto De Luca - Qualunque percorso faccia la riforma resta necessario approfondire il nodo dei rapporti istituzionali fra i vari livelli, Stato e Regione ed enti locali , che devono dialogare e trovare soluzioni comuni, un dialogo che possa accelerare i tempi delle decisioni strategiche e dei provvedimenti per lo sviluppo. Abbiamo bisogno di un modello istituzionale che garantisca i diritti fondamentali dei cittadini e di un patto sociale tra le istituzioni da quelle locali a nazionali con sindacati e mondo del lavoro che dia davvero slancio ai nostri territori”. Secondo Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia “è fondamentale che i lavoratori comprendano il momento cruciale per il nostro Paese e partecipino al voto in modo consapevole e questo è il nostro obiettivo fondamentale. C’è la necessità di ammodernare la Costituzione, si fanno tentativi da anni e non è più rinviabile snellire le procedure burocratiche per accelerare i provvedimenti concreti per lo sviluppo. La riduzione dei compensi dei deputati e quindi dei costi della politica è senz’altro importante, non si può restare sempre bloccati, ma serve lavorare insieme per migliorare anche questo testo. Non è più rinviabile il cambiamento radicale e noi intendiamo tenere informati i nostri iscritti affinché partecipino in modo consapevole a questo processo. Le opportunità che vengono fuori dalla modifica sulla seconda parte della Costituzione vanno ben studiate dai cittadini e sono assolutamente fondamentale”. A illustrare la riforma è stato Stefano Colotto rappresentante del Dipartimento Fisco e Riforme costituzionali della Cisl. “Gli assetti istituzionali hanno effetti diretti su condizioni di sviluppo e crescita dell’economia, quindi le riforme devono essere condivise con i corpi intermedi e quindi con il sindacato” ha spiegato Colotto “la Cisl ha sempre avuto un occhio particolare sulle riforme perché serve il cambiamento e serve stabilità, con questi incontri entriamo nel merito. E’ necessario superare la riforma del titolo V della Costituzione sul riparto delle competenze Stato-Regione, con la quale con il tempo sono sorti una serie di conflitti istituzionali fra i vari livelli che hanno bloccato lo sviluppo”. Per il Si, Teresa Piccione componente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati “questa riforma è nata in un contesto di straordinarietà dettato dalla necessità di portare avanti le riforme subito, dato che il nostro Paese stenta ad uscire dalla crisi e a riformarsi. La tabella del Senato prevede per la Sicilia 7 componenti e non c’è nessuno squilibrio rispetto alle altre Regioni come dicono i contestatori della riforma. Questo testo ha rafforzato anche la partecipazione dei cittadini sulla presentazione delle leggi popolari . C’è una grande forza di un cambiamento, frutto di un grande lavoro e dibattito parlamentare, con 140 emendamenti apportati a tutela delle minoranze e organi di garanzia. E poi la legge elettorale si cambia, su quella si può intervenire”. Gino Bosco del comitato giuristi per il No, “il testo della riforma è incompleto non si precisano i meccanismi di elezione dei consiglieri regionali, troppi punti incerti. E poi riteniamo che non ci sia un vero risparmio e taglio dei costi della politica. La riforma attuale è stata voluta da una maggioranza risicata non c’è stata una grande condivisione e un cambiamento così importante deve essere condiviso”.

Per il Si la senatrice Pd Pamela Orrù: “Stiamo facendo grandi passi avanti, oggi abbiamo creato finalmente una proposta di riforma dopo tanti tentativi a vuoto. E’ un testo che riduce il numero dei parlamentari , che prevede lo snellimento delle procedure, che elimina dunque una Camera e riduce i costi della politica, non fa altro che rinnovare la macchina parlamentare che ormai è affaticata dai processi troppo lunghi. E di questo il paese non può che giovarne”. Per il No il senatore Cinquestelle Vincenzo Santangelo “non è una riforma nata né dal governo né dal parlamento ma dall’accordo Berlusconi-Renzi e questo è innegabile. Sulla questione della produzione legislativa su cui puntano i fautori del Si, solo nella scorsa legislatura sono state approvate leggi ogni 4,6 giorni, quindi dal punto di vista della quantità il parlamento produce, il problema semmai è la qualità delle leggi che vanno migliorate a favore del rilancio del Paese. Con questo testo i cittadini non potranno più eleggere il Senato ma saranno eletti dalla casta, questa riforma non rinnova il sistema e non da slancio all’Italia”.
A concludere Maurizio Bernava segretario confederale Cisl nazionale “Abbiamo scelto come Cisl di parlare di riforma nel merito perché sin dall’inizio si discute troppo di scontri politici e non del contenuto del testo. Su temi così importanti bisogna andare oltre i partiti e i governi, accelerare iter legislativo è importante per la crescita del Paese. Abbiamo chiesto da anni il superamento del bicameralismo perfetto, la revisione del titolo V e quindi la definizione chiara di competenze che riguardano l’energia, i trasporti, la sanità. Il Paese ha bisogno di maggiore partecipazione e di ambiti seri di confronto in modo che i cittadini possano indirizzare meglio il voto e su questo la Cisl è impegnata con migliaia di dibattiti in tutta Italia”.

 A sostegno del No al referendum, martedì 15 novembre nella sala conferenze dell’Hotel Crystal di Trapani (piazza Umberto I) si terrà l’incontro organizzato dalla Cgil di Trapani. Coordinati dalla componente della segretaria della Cgil Giacometta Giacalone, interverranno il segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona, il segretario generale dalla Cgil Sicilia Michele Pagliaro, Armando Sorrentino, dell’Anpi Sicilia e Silvio Mazzarese, Ordinario di Diritto Civile all’ Unipa. Concluderà il segretario nazionale della Cgil Danilo Barbi. 

E per spiegare i motivi del No al referendum costituzionale nei giorni scorsi era intervenuto a Trapani, Alessandro Pagano di “Noi con Salvini”. “Siamo qui per formare ma soprattutto per informare della pericolosità di questa riforma costituzionale. E chi non vede la gravità di questo cambiamento per cui saremo chiamati a votare il prossimo 4 dicembre o è un cieco, o è in malafede”. “Quando si accentra tutto nelle mani di una sola persona o di un qualsivoglia ente gestito sempre da uno solo, si chiama totalitarismo. E io non mi fiderei mai, neanche se fosse un santo. Con questa riforma vogliono consegnare il Paese nelle mani di un unico organismo: l’Unione europea, la stessa che ci ha impoveriti e che è stata la rovina del nostro Paese. Il primo gennaio 2001 con l’ingresso nell’Ue l’Italia è entrata in una gabbia che diventa ogni giorno più stretta. Dire no a questa riuforma è un dovere”.