Altri tre testi sono stati ascoltati, in Tribunale, nel processo al consigliere comunale marsalese Vito Cimiotta, accusato di aver promesso un “beneficio” (due posti di lavoro al bar dell’ospedale di Marsala) al fine di ottenere voti. Citati dal pm, in aula si sono presentati tre amici dell’imputato: Umberto Indovino, Manuel D’Alberti e Giampaolo Abrignani. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Silvia Facciotti, hanno cercato di aggiustare il tiro rispetto a quanto riferito in fase d’indagine alla pg della Guardia di finanza della Procura, che ha svolto l’indagine. I testi, dichiara l’avvocato difensore Stefano Pellegrino “hanno precisato il tenore delle loro precedenti dichiarazioni”, spiegando che quando agli inquirenti resero dichiarazioni relative alla promessa di voto “non erano le parole testuali di Francesco Saverio Bruscino e Rosario Novena (i due giovani ai quali sarebbe stato promesso il posto, ndr)”, ma loro “libere interpretazioni, mettendo in relazione il voto con il posto di lavoro, anche se in effetti non c’era questa relazione diretta”. La proposta, insomma, sarebbe stata fatto solo per “ragioni di amicizia, non in cambio del voto”. Altri amici di Cimiotta verranno ascoltati alla prossima udienza, il 22 dicembre.