Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
16/11/2016 12:00:00

Alcamo, processo per la morte di Giuseppe Vuturo. Per il pm non fu fatalità

Per il pubblico ministero Rosaria Penna la morte di Giuseppe Vuturo, operaio di 60 anni travolto da una frana in un cantiere edile di Alcamo, poteva essere evitata. Per questo il pm ha chiesto la condanna per gli imputati Maurizio Galbo e Alessandro Calvaruso a due anni e quattro mesi di reclusione ciascuno e di Giuseppe Messana a un anno e otto mesi. Il fatto avvenne il 31 agosto di quattro anni fa in un cantiere vicino monte Bonifato, dove Vuturo era impegnato, in alcuni lavori di scavo. Il terreno cedette e per Vuturo non ci fu nulla da fare, ma per il pubblico ministero la tragedia non fu una tragica fatalità, ma avvenne perché sono stati commessi gravi errori e omissioni. “I lavori di sbancamento - ha spiegato il magistrato nel corso della requisitoria - devono essere preceduti da un’indagine geologica al fine di accertare la natura del terreno e la pendenza al di sopra della quale c’è una situazione di pericolo. In questi casi - ha aggiunto il magistrato - bisogna adottare particolari accorgimenti". Altra cosa che ha tenuto a sottolineare il pm è che nessun risarcimento o aiuto è stato offerto da parte degli imputati alla vedova di Giuseppe Vuturo e alla figlia, che si sono costituite parte civile. Il processo Vuturo proseguirà con una nuova udienza il 6 dicembre prossimo con gli interventi della difesa.