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22/11/2016 06:30:00

Marsala, sorella di Michele Licata assolta da calunnia

 Mentre l’ex imprenditore leader del settore ristorazione-alberghiero Michele Licata rischia una dura condanna per evasione fiscale e truffa allo Stato, la sorella, Vincenza Licata, di 51 anni, è stata assolta dall’imputazione di calunnia. Secondo l’accusa, l’imprenditrice, amministratrice della società “Bisi Baidha”, avrebbe denunciato “falsamente” lo smarrimento di quattro assegni bancari a sua firma dell’importo di 10.700. Simulando così, secondo gli inquirenti, le “tracce del reato di ricettazione” a carico di Nicolò Di Giovanni, che mise l’assegno all’incasso alla banca Monte dei Paschi di Siena. Nel processo è stata individuata come “parte offesa” la mazarese Paola Giacalone, amministratrice unica della “Sicilittica”. I fatti contestati sono relativi all’aprile 2012. A coordinare l’indagine della polizia era stato il sostituto procuratore Nicola Scalabini, lo stesso magistrato che ha diretto le prime fasi dell’indagine della Guardia di finanza sfociata nel crollo dell’impero economico del “gruppo Licata”. Ad assolvere Vincenza Licata è stato il giudice monocratico Iole Moricca, che ha accolto le tesi dell’avvocato difensore Ignazio Massimo Bilardello. Dopo la lettura della sentenza, il legale non ha nascosto la sua “soddisfazione”.