Tre anni e 4 mesi di carcere sono stati inflitti dal giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte al noto commercialista marsalese Giuseppe Renato Isaia, 57 anni, processato per estorsione aggravata e continuata in danno di due dipendenti della società “Servizi scolastici e sociali”. Di quest’ultima, il commercialista sarebbe stato “amministratore di fatto”. La pena inflitta è superiore a quella richiesta (3 anni) dallo stesso pubblico ministero. Il giudice ha, inoltre, stabilito che l’imputato dovrà risarcire i danni alle due parti civili e che l’ammontare della somma da versare sarà stabilito in sede civile. Intanto, dovrà pagare una “provvisionale” di 6 mila euro a ciascuna delle due “parti offese”, che sono state assistite dagli avvocati Katia Adamo e Rosa Tumbarello. L’estorsione, secondo l’accusa, sarebbe stata commessa versando a due donne somme inferiori rispetto a quanto previsto, come stipendio, nel contratto di lavoro stipulato. E per non perdere il posto di lavoro, entrambe avrebbero accettato quelle condizioni. Isaia, difeso dall’avvocato Paolo Paladino, avrebbe attuato il “taglieggiamento” prospettando alle dipendenti la possibilità (nell’atto d’accusa si parla di “larvata minaccia”) della perdita del posto di lavoro, giustificata con il contesto di grave crisi economica e occupazionale. A fronte delle ore di lavoro svolto risultante in busta paga, le lavoratrici era costrette a firmare quietanze relative ai salari, agli straordinari, al trf, alla 13° e alla 14° mensilità per importi superiori a quelli realmente incassati. I fatti contestati sono relativi al periodo compreso tra il 2005 e il 2007, quando la “Servizi scolastici e sociali” gestiva il servizio scuolabus appaltato dal Comune. Sui bus le donne avevano il compito di vigilare sui bambini, aiutandoli a salire e a scendere. L’indagine è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura coordinata dall’ex procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito.