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05/12/2016 06:30:00

Ordinanza shock sul randagismo. Bufera social contro il sindaco di Partanna

Nicola Catania, primo cittadino di Partanna, è tornato sui suoi passi, dopo che gli animalisti erano insorti sul divieto di somministrazione di alimenti ai cani randagi.
La sua ordinanza sindacale, all’articolo 4, vietava di dar da mangiare ai cani su area pubblica. “E’ vietato somministrare alimenti per la sussistenza a cani vaganti per il territorio comunale, senza proprietario, su area pubblica, ma esclusivamente su area privata – si leggeva nel testo dell’articolo – Chi effettua la somministrazione abituale di alimenti a cani randagi è obbligato alla custodia e ad ogni altro obbligo che incombe sul proprietario, ivi compresa la registrazione all’anagrafe canina ed è ritenuto responsabile per eventuali danni a terzi”.
Dopo un colloquio telefonico tra il sindaco di Partanna ed Enrico Rizzi del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali, era seguita una mail di quest’ultimo (inviata per conoscenza anche ad alcuni organi di stampa) in cui veniva chiesta la modifica dell’articolo 4 e l’eliminazione di un altro divieto contenuto nella stessa ordinanza (lettera d, articolo 6) che impediva addirittura di introdurre cani negli edifici comunali aperti al pubblico, nel cimitero e nel parco giochi.

Pochissimi giorni dopo l’ordinanza era stata effettivamente modificata: la lettera d dell’articolo 6 era sparita e il “divieto di somministrazione di alimenti a cani su area pubblica” era cambiato in “Modalità di somministrazione di alimenti ad animali vaganti”, che pubblichiamo di seguito per intero:

La somministrazione di alimenti per la sussistenza a cani vaganti per il territorio comunale, senza proprietario, deve avvenire esclusivamente su area privata o nelle aree pubbliche dove trovano abituale rifugio. Chiunque provveda al sostentamento dei cani randagi sul territorio comunale deve rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico e del decoro urbano, evitando la dispersione di alimenti e provvedendo alla rimozione immediata di ciotole ed eventuali avanzi di cibo al termine di ogni pasto. Chi effettua la somministrazione abituale di alimenti a cani randagi, che non siano già stati individuati come cani di quartiere, è obbligato durante il pasto alla custodia e ad ogni altro obbligo di vigilanza, E’ vietato a chiunque ostacolare o impedire questa attività di volontariato, se effettuata nei modi previsti dalla presente ordinanza, fatte salve le principali norme di convivenza civile. Chiunque desidera adottare un cane randagio è obbligato a provvedere alla registrazione all’anagrafe canina

 

La frittata però era già stata fatta ed in poco tempo il sindaco di Partanna è diventato il facile bersaglio di pesanti critiche su Facebook, attraverso un post diventato virale e commentato con critiche molto dure che, purtroppo, sono sfociate nelle peggiori offese, con i soliti leoni da tastiera dal ruggito ormai sempre più simile al rutto. Fenomeno sempre più in crescita, soprattutto contro persone che rivestono ruoli pubblici, da Renzi e la Boldrini fino ai sindaci.

 

Dal canto suo però Catania non ha ancora chiarito bene la sua posizione. Da un lato infatti non si è scusato per essersi magari affidato a consulenti incompetenti e dall’altro ha presentato giustificazioni poco credibili, “spiegando” che “per mero errore” era stata allegata al comunicato “una bozza che presentava delle discrasie”. Se le cose fossero andate davvero così però, Enrico Rizzi, dopo aver parlato con lui, non avrebbe avuto motivo di inviargli una mail con i suggerimenti per modificare l’ordinanza, invece ha scritto: “Come da accordo telefonico avvenuto nella giornata di ieri, le trasmetto i punti dell’Ordinanza sindacale n. 60 da Lei emessa che andrebbero a mio avviso subito modificati”.

 

Ad ogni modo, anche se l’ordinanza adesso pare non presenti più illegittimità, siamo ancora lontani da un’efficace lotta al randagismo, che dovrebbe partire da un’attività incessante delle sterilizzazioni. A Partanna però, questo è un tasto dolente. Le sterilizzazioni, infatti, sono riprese da appena due settimane (dopo l’interruzione di fine giugno, in precedenza sospesa ad aprile) e riguardano principalmente interventi che si concludono nel giro di un paio di mesi, nell’attesa della prossima decisione.

 

Egidio Morici