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09/01/2017 06:20:00

Messina Denaro, i suoi fiancheggiatori e la talpa che avvisa i boss

Una talpa nelle istituzioni e forse più di una ha interferito con le indagini per la ricerca di Matteo Messina Denaro e con il lavoro svolto dagli inquirenti che in questi anni hanno comunque stretto il cerchio attorno al boss castelvetranese. E’ questo il quadro che viene fuori alla luce delle intercettazioni pubblicate qualche giorno fa dal quotidiano “La Repubblica” e che riguardano il boss Vito Gondola, capo mafia di Mazara del Vallo, arrestato con l’operazione Ermes, e Carlo Loretta, l’imprenditore mazarese arrestato, assieme al fratello Giuseppe, il venti dicembre scorso con “Ermes 2” che ha portato in carcere undici persone.

«Stai attento, apriti gli occhi», diceva il vecchio capo mafia a Loretta. La conversazione captata, registrata all’interno dell’officina di Baldassare Di Gregorio a Mazara continua ed è lo stesso Loretta che conferma con le sue parole di avere avuto delle informazioni importanti che lo riguardano; «Quando sono salito dal mare, l’altro giorno... mi ha fatto sapere che mi stanno facendo accertamenti, mi ha detto: “Stai attento EEPDV... ti dovrebbero mettere pure implicato”, dice... in base a... perché a toglierti l’azienda ci stanno niente». La conversazione però non è chiara e non si riesce a capire il riferimento preciso della persona che ha passato l’informazione, ma un fatto è sicuro, è una persona che fornisce fonti sicure chi ha passato la notizia. E’ lo stesso Loretta che lo fa intendere perché quella persona gli ha detto: “Ora mi accerto se sono le misure di prevenzione, o se è un accertamento che stanno facendo a Palermo".

Una talpa con la capacità di verificare lo stato di un’indagine così delicata sui fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, e in grado di verificare da chi era condotta, se dal tribunale misure di prevenzione o dalla procura antimafia. Quella talpa ha fatto “bene il suo mestiere di talpa”, ha messo in guardia l’imprenditore Loretta: “Dice, ti fottono... sei, sette anni di misure di prevenzione” e lui lo diceva a Gondola che rientrava il tutto nelle indagini per la cattura di Messina Denaro: «Lo stanno facendo per quello che vanno cercando... mi ha capito?». Comunicandolo a Gondola, Loretta, lo invita a stare più attento nelle comunicazioni. Ma quelle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai sostituti Gianluca De Leo, Carlo Marzella e Paolo Guido sono andate avanti come le attività e gli appalti presi in questi anni dai due fratelli Loretta. I due imprenditori arrestati a dicembre hanno raggiunto in carcere il fratello Giovanni, già arrestato nella prima operazione “Ermes”.
L’identità della talpa però continua ad essere misteriosa, anche se gli inquirenti hanno provato a ricostruire i movimenti degli arrestati attraverso i tabulati telefonici. La presenza di una possibile talpa in Procura a Palermo era emersa già alcuni anni fa, quando qualcuno in forma anonima comunicò alla Dia di Messina l’esistenza di una talpa all'interno della Procura di Palermo che informava i boss trapanesi.