I vicini di casa confermano, in tribunale, le ipotesi d’accusa nel processo che vede il 47enne pregiudicato marsalese Maurizio Planeta imputato per stalking in danno della giornalista Antonella Lusseri. A confermare le accuse di quest’ultima sono stati i coniugi Maurizio Marino e Samantha Adragna. Marino ha affermato di sapere che “Planeta seguiva e ossessionava la Lusseri” e che “la guardava con insistenza con sguardo maniacale”. La Adragna ha rincarato la dose dicendo che la giornalista “era la vittima preferita” del pregiudicato. La testimone ha aggiunto di aver ascoltato “frasi offensive” pronunciate dall’imputato. Di avere, inoltre, visto il pregiudicato rompere il cancello d’ingresso nell’androne della Lusseri e soprattutto di avere sentito il Planeta “minacciare di morte la Lusseri”, impugnando una sega lunga venti centimetri. I due vicini di casa hanno, quindi, riferito di una telecamera che Planeta avrebbe piazzato proprio di fronte l’ingresso della Lusseri per controllarne i movimenti. “Un giorno – ha aggiunto la Adragna – ho visto Planeta con una scala a tre gradini. Gli chiesi a cosa gli serviva e lui mi rispose: ‘Così vedo l’amica tua a che ora si ritira e chi si porta a casa”. Nella prima udienza del processo, l’imputato si era difeso affermando che c’erano solo dei diverbi dovuti a “questioni di vicinato”. Aggiungendo: “Io mi lamentavo quando lei camminava con i tacchi o organizzava cene un po’ troppo rumorose. Le accuse contro di me sono state ingigantite. Se avessi voluto farle del male, avrei avuto tutto il tempo”. I vicini di casa, però, in aula, davanti al giudice Matteo Giacalone, hanno detto di non aver mai sentito rumori di passi con tacchi o musica ad alto volume provenire dall’appartamento della Lusseri. Quest’ultima si è costituita parte civile e ad assisterla è l’avvocato Concetta Inglese, mentre a difendere Planeta è Francesca Frusteri.