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16/01/2017 15:05:00

Il Sindaco di Trapani Damiano agli ultimi posti per "gradimento" in Italia

 Il Sindaco di Trapani, Vito Damiano, ormai alla fine del suo mandato, è uno dei primi cittadini meno "apprezzati" in Italia dai suoi concittadini. Lo rivela l'indagine annuale di Ipr -  Il Sole 24 Ore. Non è tanto una notizia, dato che Damiano ha contro quasi tutti gli schieramenti politici. E' però in buona compagnia, perché nell'analoga classifica dei governatori, all'ultimo posto, c'è Crocetta. Da notare che al primo posto tra i Sindaci in Italia c'è Chiara Appendino, la sindaca di Torino del Movimento Cinque Stelle. In particolare, Appendino realizza una crescita di 7 punti e mezzo rispetto al consenso ottenuto nel giorno dell’elezione (a giugno 2016) e ottiene il 62%. Al secondo posto si piazza il sindaco di Firenze del Pd Dario Nardella con il 61%, mentre spicca in terza posizione con il 60,5% l’ex grillino Federico Pizzarotti, alla guida del Comune di Parma, uscito definitivamente dal Movimento a ottobre scorso dopo un braccio di ferro durato cinque mesi.

 Buono il piazzamento al quarto posto di Damiano Colletta, il primo sindaco non di centrodestra di Latina dal 1993, e a pari merito di Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli che risale dalle posizioni di coda delle ultime edizioni del sondaggio. Sorprende inoltre il decimo posto del sempreverde Clemente Mastella, eletto a giugno sindaco di Benevento, mentre Beppe Sala a Milano è solo trentesimo, con il 55% dei consensi, più di tre punti in meno rispetto al risultato del suo predecessore Giuliano Pisapia.

Il dato più stridente  è la caduta verticale di Raggi nella Capitale: una flessione inarrestabile verso il basso che le fa perdere circa un terzo del consenso ottenuto alle elezioni della scorsa primavera (-23,2%) e la pone al penultimo posto con il 44% di cittadini romani soddisfatti. È proprio il confronto fra Torino e Roma ad offrire gli spunti più interessanti per i Cinque Stelle. La distanza fra le due sindache ribalta il risultato delle urne, a suo tempo molto più generoso con Raggi che con Appendino, e misura le profonde divergenze nei metodi di conduzione delle due città: più graduali i cambiamenti della sindaca del capoluogo piemontese, che però ha ricevuto in dote un Comune ben amministrato. Più d’impatto le scelte di Raggi che però, unite ad alcuni errori clamorosi nella scelta della sua squadra, hanno reso ancora più difficile il compito di governare una metropoli con problemi enormi – dai trasporti, alla pulizia, alla manutenzione delle strade, alla sicurezza – ereditati dalle giunte precedenti.

In Sicilia i sindaci di Palermo e di Caltanissetta si collocano ex aequo in 30ª posizione seguiti da quello di Agrigento (43°), Catania, Siracusa ed Enna (71°), Messina e Ragusa (98°). Il sindaco di Trapani, Vito Damiano, si piazza in 102ª posizione, sulle 104 disponibili.

L’indagine di Ipr ha riguardato anche i presidenti di Regione. Tra i governatori primeggia il Veneto con Luca Zaia (Lega) al primo posto col 60% dei consensi, seguito da Enrico Rossi (Pd), a capo della Toscana, che guadagna il 9% rispetto alla precedente rilevazione e si ferma al 57%. Medaglia di bronzo al presidente della Lombardia Roberto Maroni (Lega) che arriva al 54% (+11,2%). Alle ultime tre posizioni i governatori di centrosinistra del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani (-6,4%), della Sardegna Francesco Pigliaru (-12,5%) e della Sicilia Rosario Crocetta (-3,5%). In generale, rileva il dossier, "il consenso dei cittadini verso i presidenti di regione si attesta in media al 43%, sotto il livello di sufficienza".

«La classifica del Sole 24 Ore conferma il dato percentuale di quando quattro anni fa sono stato eletto governatore col 30,5%: considerando la forbice del sondaggio il mio consenso è rimasto inalterato». Così Rosario Crocetta commenta con l’Ansa  la classifica sul gradimento degli amministratori, che colloca il presidente della Regione siciliana all’ultimo posto tra i governatori.  «In quattro anni ho portato avanti azioni anti-sistema e anti-casta - aggiunge Crocetta - e ho subito attacchi di ogni tipo, persino dall’interno della mia stessa coalizione. Con tutte le cose che ho fatto nessuno sarebbe sopravvissuto. E poi il sistema siciliano è molto più tripolare che nel resto del Paese».