"Prenderemo Matteo Messina Denaro". E' l'annuncio che periodicamente fanno le autorità da circa venti anni. Questa volta a farlo è il nuovo questore di Palermo, Renato Cortese.
"L'arresto di Matteo Messina Denaro resta un obiettivo importante" ha detto Cortese che ha incontrato i giornalisti in occasione della cerimonia del suo insediamento. "Catturare un latitante non è la fine dell'organizzazione. Ma resta un obiettivo importante, soprattutto quando si tratta di lunghe latitanze. Cosa nostra non è quella di una volta, quando voleva attaccare il cuore dello Stato. Non manifesta più un carattere eversivo, ma ci sono dei segnali da parte di Cosa nostra". "Oggi mi preme trasmettere ai cittadini di Palermo la gioia e la felicità di tornare in questa città - ha aggiunto - Tornare da questore per chi è cresciuto in queste strade ed in questi uffici è un'emozione che è difficile tradurre con parole.Considero Palermo casa mia".
Cortese l'11 aprile 2006, da capo della Squadra Catturandi, arrestò il superboss corleonese Bernardo Provenzano. E' stato anche capo del Servizio centrale operativo.
Originario di Santa Severina nel Crotonese, è entrato in polizia nell'89. Durante il suo lavoro alla sezione Catturandi della squadra Mobile di Palermo, ha fatto finire in carcere mafiosi del calibro di Giovanni Brusca, Benedetto Graviano, e persino Gaspare Spatuzza.
Fu l'arresto del capo di Cosa Nostra a permettergli il grande salto, facendogli guadagnare la nomina di primo dirigente. Da Palermo nel 2007 passò alla Mobile di Reggio Calabria. In carcere finirono diversi personaggi della 'ndrangheta. Da maggio 2012 a marzo 2015 ha diretto la squadra mobile di Roma, poi ha assunto l'incarico di direttore della Sco.