Filardo e Cimarosa non sono stati gli unici imprenditori edili legati ai Messina Denaro.
La figura di Giovanni Adamo, da ciò che emerge dal recente provvedimento di sequestro da 5 milioni di euro, ha sempre avuto un ruolo di primo piano.
“E’ uno dei più grossi lavoratori nell’ambito del movimento terra” aveva raccontato ai magistrati Lorenzo Cimarosa, il primo (e forse l’ultimo) pentito della famiglia Messina Denaro.
Giovanni Adamo ha abitato per trent’anni nel quartiere di Matteo Messina Denaro. La sua frequentazione con la famiglia non si sarebbe però limitata soltanto al periodo in cui aveva 10 anni, come ha raccontato durante un interrogatorio a Marsala nel 2013. Anche perché, nel 1985, acquisterà una Renault 4 proprio da don Ciccio Messina Denaro, padre dell’attuale boss latitante.
Lo stesso Cimarosa aveva dichiarato che le sue ricchezze non posso che essere ricondotte al rapporto con i Messina Denaro e con Giovanni Filardo.
Fortune che sarebbero cominciate partecipando ai lavori di realizzazione della diga SS. Trinità (Delia), negli anni 80.
Ma ne aveva parlato anche un altro pentito, Giovanni Ingrasciotta, riferendo che “negli anni ottanta/novanta, la famiglia mafiosa di Castelvetrano aveva speso la propria influenza per far assegnare in subappalto ad imprese compiacenti i numerosi lavori connessi alla realizzazione di una condotta idrica che avrebbe attraversato l’agro del Belice.”
Dichiarazioni confermate dagli accertamenti della Sezione Operativa di Trapani.
Si trattava di un’opera appaltata nel 1988 ad un raggruppamento di imprese per quasi 40 miliardi delle vecchie lire.
Nelle contrade Zangara e Seggio, tra i vari subappalti per lavori di scavo, c’era la ditta individuale di Giovanni Adamo. Il quale aveva alle sue dipendenze il cugino di Matteo Messina Denaro, Giovanni Filardo. Quest’ultimo però non era proprio un semplice dipendente, visto che già dieci anni prima, l’Adamo ne era stato il padrino di cresima, essendo anche cugino di suo padre: Michele Filardo.
Uno dei primi elementi rivelatori della posizione di Adamo “nell’ambito della consorteria mafiosa”, come sottolineano i magistrati, si riscontrerebbe già in una relazione di servizio dei Carabinieri di Castelvetrano, nel 1999, poi trasmessa dalla procura di Marsala alla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo.
Questa relazione conteneva alcune interessanti confidenze dell’imprenditore Gaspare Barresi che, dopo aver presentato (a capo di un raggruppamento di imprese) una proposta progettuale sulla manutenzione trentennale della pubblica illuminazione di Castelvetrano, Triscina e Marinella di Selinunte, era stato contattato da Giovanni Adamo. Questi gli aveva offerto la possibilità di entrare in società con lui oppure di abbandonare il proprio progetto in cambio di 400 milioni delle vecchie lire.
In quell’occasione, Barresi avrebbe riferito ai Carabinieri di aver saputo che “l’Adamo era persona vicina agli ambienti mafiosi locali, anzi che ne era il referente, e la cosa lo aveva preoccupato un po’...”, e che era arrivato a supporre che ”...l’Adamo fosse in contatti personali con Matteo Messina Denaro”.
“Sentito più di recente dalla Dia di Trapani – scrivono i giudici nel provvedimento del sequestro dei beni di Adamo - Barresi aveva sostanzialmente confermato gli accadimenti già annotati dai Carabinieri di Castelvetrano, in relazione ai quali, tuttavia, aveva preferito, ancora una volta, evitare un coinvolgimento formale”.
Secondo indagini più recenti, nel 2010 Giovanni Adamo, temendo di essere coinvolto nelle operazioni antimafia, aveva trasferito il compendio aziendale della Adamo Costruzioni srl alla EIJ Scavi Srl, formalmente intestata ai figli “ma in realtà sotto il suo assoluto e costante controllo”. E’ il periodo dell’operazione Golem 2 in cui, tra gli altri, verrà arrestato anche Giovanni Filardo.
Altri elementi sono contenuti invece in un procedimento penale del 2013, riguardante un attentato incendiario nei confronti di un mezzo per il movimento terra di proprietà dell’impresa Russotto Srl, impegnata nei lavori di scavo dell’acquedotto Montescuro ovest. Il principale indiziato era proprio Giovanni Adamo, a causa degli interessi economici della EIJ Scavi Srl, concorrente della Russotto.
In quel caso, pur non essendo stata dimostrata la diretta responsabilità degli Adamo nell’atto incendiario, scrivono gli inquirenti, “risulta ampiamente provato che Adamo Marco Giovanni, attraverso il genero, avesse esercitato forti pressioni nei confronti dell’impresa Russotto Srl, tanto da indurla a cedere tutti i lavori connessi all’acquedotto alla EIJ Scavi Srl.”
Intercettati, Carmelo e Gaetano Russotto, non avevano dubbi sulla matrice dell’attentato:
CARMELO: E loro sono stati, figli di puttana.
GAETANO: Loro sono stati al cento per cento, disgraziati, cosa da ammazzarli.
CARMELO: E ce l'hanno fatto all'escavatore vecchio, l'hai capito, per avvertimento.
GAETANO: Ma certo.
CARMELO: Altrimenti ci sminchiavano qualcuno di quelli nuovi.
Ma Adamo è uno dalle conoscenze politiche altolocate e, nel marzo del 2014, aveva provato a fare “campagna acquisti” per Forza Italia. Al telefono col parlamentare Pippo Fallica però manifestava le sue perplessità sul reclutamento del sindaco Felice Errante di Castelvetrano.
FALLICA:- Pronto?...
ADAMO:- Onorevole…
FALLICA:- Giovanni… come stai?...
ADAMO:- A posto quello che è a posto…
FALLICA:- Quello che è a posto…
ADAMO:- Senti… ho pressato un po’ sulla situazione di Castelvetrano… quello è confuso… (ride) […] c’è Angelino (Alfano, ndr) che ci… lo invita ogni tanto a Roma per sistemare certe cose e non fa niente… poi … eeh… l’altro giorno c’è andato e mi ha detto… dice… sai mi ha portato a vedere il Quirinale… gli ho detto… Felì… (Felice Erante, ndr) ma tu te lo sei portato… incomp… te li ha fatte le cose che ti doveva fare?... Dice… no… mi ha fatto così con la mano… se tu ci vuoi dare una… una botta di… di… tu ce l’hai il numero… il numero suo?
(In sottofondo voci di terze persone estranee alla conversazione)
FALLICA:- Ce l’ho… ce l’ho il numero ora lo chiamo…
Emerge comunque una figura molto diversa da quella di Giovanni Filardo.
Giovanni Adamo non è soltanto parente dei Messina Denaro ed esperto di movimento terra, ma mastica bene i complessi meccanismi della politica e conosce le persone che contano, tanto da offrire al sindaco Felice Errante – scrivono i giudici, nel provvedimento di sequestro dei beni – per tramite del figlio, “la propria disponibilità per assisterlo nella risoluzione di talune problematiche ambientali, mettendogli a disposizione le sue conoscenze ‘romane’.
Le vicende relative agli Adamo, pur avendo provocato un certo sconcerto nella città di Castelvetrano, non sono però mai diventate oggetto di discussione nella campagna elettorale che in città è iniziata ormai da tempo. Certamente, il verde pubblico, il decoro urbano e lo sviluppo delle borgate, sono temi meno scomodi e scivolosi.