"Ho visto Matteo Messina Denaro davanti la sede del Cnr di Capo Granitola", lo dice un dipendente del Cnr. Con documenti esclusivi, l’inchiesta che Report manderà in onda oggi lunedi 27 Marzo alle 21.30 su Raitre, si concentrerà sulle sedi siciliane dell’Istituto, dove un filo nero collega le attività del Cnr ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.
Più di un miliardo di budget. Sette dipartimenti, 8000 dipendenti. È il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la più grande struttura pubblica di ricerca in Italia. Tra i suoi 110 istituti, il CNR conta anche lo IACM, che si occupa degli studi sull’ambiente marino costiero. Con sette sedi distribuite tra Campania, Sardegna e Sicilia, l’Istituto è stato al centro di un’indagine interna, volta a scoprire l’effettiva utilizzazione dei finanziamenti ricevuti. Report ha letto l’audit e può raccontare le “spese pazze” fatte con i soldi destinati alla ricerca: giochi gonfiabili per bambini, ortaggi, pregiati tappetti persiani; e anche costosi smartphone spariti nel nulla. Alcuni acquisti venivano fatti all’insaputa dei ricercatori responsabili dei progetti; risultano scomparsi importanti documenti amministrativi. Sono stati scoperti anche finti progetti di ricerca e infine dalle carte emergono firme false apposte su contratti di affidamento ad aziende private. Una beffa per le migliaia di ricercatori del Cnr che, benché da anni alle prese con i tagli dei fondi e con risorse sempre più inadeguate, hanno portato l’ente pubblico al primo posto in Italia per numero di progetti vinti. Con documenti esclusivi, l’inchiesta che Report manderà in onda ggi lunedi 27 Marzo alle 21.30 su Raitre, si concentrerà sulle sedi siciliane dell’Istituto, dove un filo nero collega le attività del Cnr di Capo Granitola ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.
A lui si arriva dopo le rivelazioni di Laura Giuliano, nipote di Boris Giuliano, il capo della squadra mobile di Palermo ucciso nel 1979 dalla mafia. Per due anni, dal 2014 al 2016 ha diretto l’istituto e in quel periodo ha raccolto materiale a sufficienza per far scoppiare il caso. Una delle sette sedi dell’Istituto ambiente marino costiero è a Capo Granitola, a pochi chilometri da Castelvetrano, il feudo del capo di Cosa Nostra che da 25 anni vive nascosto. O quasi, almeno secondo un dipendente delle pulizie che dice di averlo incontrato di persona proprio lì, nell’ex tonnara.