Chinato, a lavare i piedi a quattro detenuti – Francesco Sansica, Gerlando Spampinato, Giosuè Di Gregorio e Ascenzio Errante – e al personale di polizia penitenziaria del carcere di Trapani. Così il vescovo, mons. Pietro Maria Fragnelli, farà memoria dell’ultima cena di Gesù, oggi, nel corso della messa vespertina pontificale nella cattedrale San Lorenzo. Saranno tra i dodici che siederanno davanti all’altare per ricevere quello che lo stesso Fragnelli definisce “gesto di servizio e di fraternità”.
“Come Chiesa diocesana vogliamo consegnare particolare attenzione e premura ai suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito. È questo – dice il vescovo – un messaggio pasquale per tutti. Con Papa Francesco vogliamo ridonare fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta”. Negli scorsi giorni mons. Fragnelli aveva inaugurato, proprio nella Casa circondariale trapanese, la cappella nel nuovo padiglione “Adriatico” e ha voluto che, attraverso il referente per il carcere, il diacono Nuccio Marino, arrivassero in tutte le celle i rami d’ulivo benedetti la Domenica delle Palme come segno di pace. Insieme ai rametti, anche messaggi di auguri per i detenuti che sono stati scritti dai giovani della diocesi riuniti ad Alcamo per vivere la Giornata diocesana della gioventù. “La Chiesa e tutta la città non possono rimanere indifferenti alla presenza della casa circondariale nel proprio territorio. Come prete e come vescovo – ha detto mons. Fragnelli – devo essere al vostro servizio. Ma anche voi aiutateci, aiutiamoci l’uno con l’altro. L’amore si manifesta nel servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri. L’amore non è parole, ma opere e servizio; un servizio umile, fatto nel silenzio e nel nascondimento”.