Compie oggi 55 anni Matteo Messina Denaro, il boss mafioso di Castelvetrano ritenuto il capo di Cosa nostra in Sicilia occidentale e latitante dal 1993. Ironia della sorte è anche il compleanno, oggi, di Nino Di Matteo, uno dei magistrati più conosciuti sul fronte della lotta alla mafia.
Non è un buon compleanno per Messina Denaro, che se da un lato continua ad essere invisibile, tanto che sempre più osservatori mettono in dubbio la sua stessa esistenza in vita, dall'altro assiste ai sequestri di beni agli appartenti al suo cerchio magico.
L'ultima confisca, in particolare, riguarda il cugino Giovanni Filardo e la sua famiglia, colui che, secondo le rivelazioni del pentito Lorenzo Cimarosa «ha sempre tenuto i contatti con Cosa nostra trapanese per conto di Matteo Messina Denaro e aveva rapporti con tutti i capimafia della provincia con cui regolava e concordava e metteva a posto lavori e appalti».Il tribunale delle misure di prevenzione di Trapani ha fatto scattare la confisca dei beni che gli erano stati sequestrati quattro anni fa, ovvero il complesso aziendale della BF Costruzioni srl, numerosi automezzi, terreni, e una villa a Triscina, frazione di Campobello di Mazara.
Intanto uscirà tra un mese, a fine Maggio, in occasione del venticinquennale della strage di Capaci, la nuova edizione ampliata e aggiornata di "Matteo Messina Denaro - L'invisibile", l'inchiesta di Giacomo Di Girolamo, che rappresenta la biografia pù completa del boss di Cosa nostra e una capillare opera di ricostruzione della mafia in provincia di Trapani.