Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/04/2017 22:11:00

Targa Florio, l'autopsia esclude il malore del pilota. Amendolia morto per trauma cranico

Mauro Amendolia il pilota della Mini Cooper numero 29, finito fuori strada durante la speciale "Piano Battaglia 1" della Targa Florio secondo le prime indiscrezioni sarebbe morto per la frattura della base cranica. Casco e collare Hans sono stati posti sotto sequestro.

La tragedia di  si sta trasformando in un giallo: il pilota della Mini Cooper numero 29 morto venerdì scorso durante la disputa della terza prova speciale, “Piano Battaglia 1”, della 101esima Targa Florio non avrebbe avuto un malore.

Lo sfortunato messinese di 53 anni sarebbe deceduto a causa della frattura della base cranica durante l’impatto a seguito dell’uscita di strada in un tratto rettilineo della provinciale 54, mentre il fondo era bagnato perché stava piovendo e in precedenza c’era stata anche una grandinata.

 Sono queste sono le prime indiscrezioni che sarebbero emerse dall’esame autoptico svolto questa mattina all'Istituto di medicina legale di Palermo, dalla dottoressa Antonina Argo.

Il magistrato non appena si è visto notificare il primo esito dell’esame autoptico (per redigere una perizia completa Antonina Argo avrà 60 giorni di tempo) ha disposto anche il sequestro di tutto l’abbigliamento ignifugo di Mauro Amendolia. In questo caso diventeranno fondamentali nell’indagine non tanto la tuta ignifuga, quanto il casco e il collare Hans.

L’impatto della Mini Cooper contro l’albero, il masso sul quale si trovava lo sfortunato commissario di percorso, Giuseppe Laganà, morto sul colpo, e il palo dell’alta tensione dove la vettura si è avvitata fino ad un’altezza di un paio di metri, prima di ricadere sulle quattro ruote, non è avvenuto a una velocità esagerata considerato che in quel tratto in salita può stimare una percorrenza di poco oltre i 100 km/h per quel tipo di macchina.

Se la velocità potrebbe non essere un aspetto determinante, considerate le norme di sicurezza che si applicano in una gara del CIR, cosa può aver causato il decesso di Mauro Amendolia? E come mai la vettura ha perso aderenza su un tratto dritto, senza particolari difficoltà di guida? Queste sono le prime risposte che dovrà trovare l’indagine della Procura della Repubblica di Termini Imerese che è coordinata da Alfredo Morvillo.

Le immagini della camera car, consegnate dai carabinieri che hanno effettuato i rilevamenti dell’incidente agli organi inquirenti, saranno determinanti a definire la dinamica del terribile crash che è costato la vita a due persone, mentre Gemma Amendolia, figlia 27enne di Mauro, si trova in coma, ricoverata nel reparto di rianimazione 2 dell’Ospedale Civile di Palermo.

A conclusione dell'esame è stato disposto il rilascio della salma che potrà essere trasferita a Messina dove verranno officiati i funerali. 

Da Motorsport.com