Continuano le stranezze amministrative relative alla ‘cosa pubblica’ cittadina. Ultimo atto, in ordine di rilevanza, nella classifica delle anomalie è quello relativo alle nomine di dirigenti a tempo indeterminato. Negli ultimi anni l’apparato burocratico del Comune ha fatto ricorso a tali procedure in moltissimi casi. La ‘scusa’, addotta a giustificare un tale uso smodato, è quasi sempre la stessa: il blocco delle assunzioni nei Comuni imposte dai Governi nazionali per controllare la spesa del personale negli Enti locali. Motivazione che regge poco o nulla visto che, il Comune di Mazara non è in dissesto finanziario e, volendo, potrebbe bandire i concorsi pubblici per completare la pianta organica ‘affamata’, da decenni, di dirigenti a pieno regime.
L’ESPOSTO DEI 5 STELLE – In tale situazione storica si è inserito l’intervento dei penta stellati, a firma dei portavoce Sergio Tancredi e Nicolò La Grutta, che hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti siciliana degli atti che hanno portato all’assunzione di tre dirigenti a tempo determinato, non di ruolo quindi, presso il Comune. L’art. 110, comma 1 del TUEL (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), per quanto attiene gli incarichi dirigenziali, infatti dispone che: “Per i posti di qualifica dirigenziale (…) la quota degli stessi, attribuibile mediante contratti a tempo determinato” è possibile “in misura non superiore al 30 per cento dei posti istituiti nella dotazione organica” del Comune.
AL COMUNE LA MATEMATICA È UN’OPINIONE – La Giunta dell’Ente locale mazarese, nel corso di questi anni, ha approvato delibere in cui si dispone che la dotazione organica sia di sette dirigenti. Il 30% di sette, facendo di conto, dà 2,1. Sembrerebbe un’operazione semplice anche per dei bambini, ma la creatività di taluni amministratori in questa Città non conosce confini. Il risultato della precedente operazione per il sindaco Nicola Cristaldi (Fratelli d’Italia) e per gli altri assessori e funzionari che hanno partecipato alla formazione dell’atto amministrativo, dà, invece, tre! Ebbene sì, infatti, i dirigenti attualmente in carica a tempo determinato sono tre: dal 2014 ad oggi sono in servizio presso il II settore (Gestione delle risorse) e presso il III Settore (Servizi alla città e alle imprese) rispettivamente, Maria Stella Marino e Stefano Bonaiuto (dimissionario dal 31 maggio 2017). Dal 2016, inoltre, è stato incaricato quale dirigente della Polizia municipale, Salvatore Coppolino, incarico che, a sentire i 5 stelle “ha determinato il superamento del limite stabilito dall'art. 110 T.u.e.l. per gli incarichi dirigenziali con contratto a tempo determinato”.
SI CITA LA NORMA, MA NON LA SI RISPETTA – Il paradosso eclatante sta nel fatto che, nella determina sindacale (n. 27 del 2016 a firma del sindaco), con cui si conferisce l’incarico al dirigente della P. m., Coppolino – che lo ricordiamo, è valido fino alla permanenza in carica del primo cittadino – si cita proprio la norma che si sta andando a violare: “Accertato che sussistono le condizioni giuridiche – si legge nell’atto del 20 febbraio 2016 – per conferire incarico esterno a tempo determinato, ex art. 110, comma 1, del TUEELL 267/2000 e ss. mm. e ii., nelle more di concludere il procedimento concorsuale con l’assunzione di un dirigente di Polizia Municipale a tempo indeterminato”.
IMPARZIALITÀ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE? – “I pubblici uffici – recita la Costituzione della Repubblica italiana all’art. 97 comma 2 – sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”. Quale autonomia ed equilibrio può avere un dirigente di una pubblica amministrazione che si ritrova, nel corso della sua attività lavorativa per un Comune, con la possibilità di essere defenestrato, da un giorno all’altro, dal sindaco che lo ha nominato? Lasciamo ai lettori la risposta a tale quesito.
LA ‘DEBOLEZZA’ DI UN DIRIGENTE A TERMINE – In tale ottica ricordiamo che i premi economici aggiuntivi per il raggiungimento degli obiettivi previsti nei piani delle performance annuali non sono proprio bruscolini. E gli obiettivi sono, sempre più spesso, legati alle direttive contenute nel programma politico amministrativo del primo cittadino. Siamo sicuri che non ci sia alcun corto circuito in questo sistema di leggi e affidamento di incarichi dirigenziali?
CORTE DEI CONTI: I PRECEDENTI IN CITTÀ – Le innumerevoli bastonate, inferte in passato dalla magistratura contabile (all’ex sindaco Giorgio Macaddino, e all’attuale primo cittadino, Nicola Cristaldi), non hanno, evidentemente, portato alcun insegnamento. È costato 83 mila euro a Cristaldi (condanna definitiva, settembre 2014), lo scherzetto della nomina di consulenti ed esperti esterni nel 2009, in violazione della norma che – in caso di mancato rispetto del Patto di stabilità, (avvenuto nel 2008 con Macaddino sindaco) – impediva qualsiasi spesa per nuove collaborazioni a carico delle casse comunali. Un’altra condanna della Corte dei conti – divenuta definitiva nel 2015 – ha inciso, per 39.934 euro, sulle tasche dell’ex sindaco, Giorgio Macaddino (Pd). La sentenza (209/A/2015), anche qui, è stata originata dall’affidamento illegittimo di una serie di incarichi esterni in materia di opere e lavori pubblici.
Alessandro Accardo Palumbo
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