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23/06/2017 08:31:00

Truffa, le vittime accusano due ex promoter della Mediolanum di Marsala

 Altre quattro “vittime” del 43enne marsalese Giacomo Di Girolamo, ex responsabile del gruppo di promotori finanziari della locale agenzia della Banca Mediolanum, e della 40enne Francesca D’Amico, anche lei ex promoter della stessa banca, che in diversi casi avrebbe agito d’intesa con il primo, hanno confermato, in Tribunale, le accuse mosse in fase d’indagine. Di Girolamo e D’Amico sono sotto processo davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone.

I reati contestati sono appropriazione indebita, truffa aggravata in concorso e falso in scrittura privata. L’ammontare della truffa è stata quantificata in circa un milione di euro.

Le parti civili sono una ventina. L’indagine è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza all’epoca in cui era diretta dal luogotenente Antonio Lubrano. Adesso, in aula, altre quattro “parti lese”, citate dal pm, hanno confermato quanto già dichiarato nel corso delle indagini ai militari delle Fiamme (Lubrano e maresciallo Salvatore Missuto).

I quattro testi (Giuseppe Vattiata, Giovanna Marino, Vita Angileri Vita e Michele Rallo), parte civile con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Fratelli, hanno detto, in particolare, di essere stati convinti da Di Girolamo e D'Amico ad affidare loro il denaro frutto di anni di risparmi, con la promessa di lauti guadagni in termini di interessi. Per poi scoprire, però, di essere stati raggirati. Infatti, alcuni mesi dopo l’affidamento delle somme, venivano a sapere (“Per ammissione degli stessi imputati” sottolinea l’avvocato Fratelli) che i loro risparmi erano stati dai due promoter sotto processo per loro fini personali. I quattro testi hanno, inoltre, dichiarato che il Di Girolamo, messo alle strette, si impegnava a restituire il denaro sottratto, rilasciando alle vittime cambiali e assegni che, però, poi non riusciva ad onorava alle scadenze per mancanza di denaro. Uno dei testi ha anche riferito di aver scoperto di essere debitore di Banca Mediolanum per circa altri 6 mila euro per un finanziamento da lui mai richiesto. Forse, secondo il legale di parte civile, formalmente richiesto con l'utilizzo “fraudolento” da parte degli imputati (o di uno di questi) di una delle “tante firme in bianco che di volta in volta gli imputati si facevano rilasciare dai loro malcapitati clienti, dopo aver abilmente carpito la loro fiducia”. L’avvocato Fratelli ha, poi, prodotto vari documenti che attesterebbero la truffa e l'appropriazione. Tra questi documenti, anche alcuni titoli di credito sottoscritti da Di Girolamo e alcune dichiarazioni autografe dello stesso ex promoter con cui riconosceva di aver ricevuto varie somme di danaro dalle “parti offese”. Carte che i testimoni, in aula, hanno affermato di riconoscere, dichiarando di averle ricevute dagli imputati. A difendere i due imputati è l’avvocato Ignazio Bilardello, che afferma: “Da queste testimonianze è emerso che i due imputati non intrattenevano questi rapporti finanziari nella qualità di promoter della Mediolanum, ma che si trattava di prestiti ricevuti a titolo personale che poi non sono più riusciti a restituire totalmente”. Una tesi, questa, che sicuramente sarà cavalcata anche dai legali della Banca Mediolanum, che è al tempo stesso responsabile civile e parte civile. Tra le persone che hanno denunciato la sparizione del loro denaro c’è anche un 90enne che rivuole indietro i suoi 100 mila euro. “Datemi i soldi che ci penso io fare tutto il resto…” avrebbe detto il Di Girolamo a diversi risparmiatori. Promettendo di versare le somme sui loro conti correnti o i libretti al risparmio, nonché di effettuare investimenti finanziari o stipulare contratti di pensione integrativa. Il denaro, però, sarebbe finito nelle tasche del promoter. In settembre saranno ascoltate altre cinque vittime.