Rapine violente in banca e gioielleria a Marsala e Partanna. Non ci sono parti civili...
Hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato, davanti al gup Francesco Parrinello, undici dei 14 presunti rapinatori e loro fiancheggiatori coinvolti, lo scorso 18 ottobre, nell’operazione “Coyote”, con cui la polizia ha sgominato una banda di malviventi, in buona parte pregiudicati, che aveva la sua base operativa a Mazara, ma con componenti anche palermitani e castelvetranesi di origine jugoslava.
Intanto, tra le vittime (due gioiellerie e una banca), nessuno ha chiesto di costituirsi parte civile. Lo scorso ottobre rinchiusi in carcere i mazaresi Aldo Ferro, di 48 anni, Giuseppe Genco, di 43, e Giovanni Natalizii, di 29, i palermitani Fabio Comito, di 38 anni, Fabio Mustacciolo, di 33, Marco Ferrante, di 28, ed Emanuele Rubino, di 29. Quest’ultimo era già in carcere (al “Pagliarelli”) in quanto coinvolto nel tentato omicidio di un cittadino del Gambia, avvenuto a Palermo il 2 aprile 2016. Arresti domiciliari con braccialetto elettronico furono, invece, disposti per i mazaresi Giuseppina “Giusy” Aguanno, di 41 anni, Luigi Terzo, anch’egli 41enne, il palermitano Tommaso Roberti, di 24, e Carmine Zambon, di 34, pregiudicato di origini napoletane domiciliato a Palermo. Obbligo di dimora nel Comune di residenza, infine, per Carmen Clara Villavicencio Gallon, cittadina ecuadoregna di 35 anni domiciliata a Mazara, Sami Sabani, di 56, e Sabina Sabani, detta “Sabrina”, di 22, entrambi residenti a Castelvetrano. Tranne questi ultimi tre, ieri, tutti gli altri indagati hanno chiesto di essere giudicati con abbreviato.
Nel vivo si entrerà il prossimo 20 luglio. A difendere gli imputati sono gli avvocati Alessandro Casano, Walter Marino, Giacomo Frazzitta, Filippo Gallina e Arianna Russo. Pubblico ministero è Anna Sessa. I fatti contestati sono relativi al periodo tra gennaio e febbraio 2016.
Luogo di ritrovo per la “pianificazione” delle attività criminali sarebbe stata la sala giochi gestita, a Mazara, da Luigi Terzo, che avrebbe avuto anche il compito di custodire le armi. Un “ruolo centrale”, inoltre, avrebbe ricoperto Fabio Comito, uno dei volti già noti alle forze dell’ordine. Natalizii sarebbe stato, invece, “l’anello di congiunzione” tra i mazaresi e i palermitani.
Tre gli episodi contestati: la rapina commessa il 9 gennaio 2016 ai danni di una gioielleria di via Garibaldi a Vita (bottino: oltre 80 mila euro), quella tentata il 3 febbraio in una gioielleria di via Itria, a Marsala, e il “colpo” alla filiale di Partanna del Monte dei Paschi (bottino: 37 mila euro).