È successo di nuovo. Dopo il caso Cassimatis a Genova, anche in Sicilia, Mauro Giulivi, storico attivista palermitano (iscritto nel 2012, per un soffio non entra all'Ars; è orgogliosamente nutiano, nel senso di Nuti, storico capogruppo M5S alla Camera e anima del meetup Il Grillo di Palermo, emarginato e sanzionato dai vertici M5S per la storia delle firme false) voleva partecipare alle Regionarie siciliane e si é trovato i cancelli telematici chiusi. Così si è rivolto a un giudice per provare ancora a candidarsi con il simbolo M5S, e sfidare i vertici pentastellati che attraverso "lo staff" lo hanno escluso dalla competizione elettorale interna.
Giulivi ha impugnato l'esito delle Regionarie, le primarie che hanno eletto candidato presidente Giancarlo Cancelleri, il quarantenne nisseno molto apprezzato dai vertici M5S e inviso proprio a quel gruppo di Palermo, indagati e non, che ha subito il caso politico giudiziario delle firme false.
Perché Giulivi è rimasto fuori dalle primarie pentastellate? Ha scoperto di essere sottoposto a sanzione disciplinare, condizione esplicitamente prevista dalle regole stilate a Milano, che stoppava fin dall'inizio la possibilità di candidarsi. Giulivi non ha firmato il codice di comportamento M5S quando decise di candidarsi alle amministrative di Palermo. La sottoscrizione di quel documento è prevista proprio per chi voglia correre con il M5S. Sì, lo stesso codice firmato a Roma da Virginia Raggi e consiglieri.
Non lo ha firmato perché ne è venuto a conoscenza tardi ma pure perché, si legge nell'atto di impugnazione «si sarebbe trattato di una scrittura privata verosimilmente impositiva di obblighi nei confronti di un organismo privato cui venivano attribuite prerogative in merito alla libertà di operato di un (futuro) esercente una funzione pubblica disciplinata dal T.U.E.L». Così visti i tempi stretti imposti dallo staff si è ritrovato automaticamente fuori gioco.
E però Giulivi non ci sta e ha deciso di impugnare le Regionarie chiedendone l'annullamento. Ha scelto pet la sua battaglia l'avvocato Lorenzo Borré, che da un anno maneggia la selva di regolamenti e codici M5S, quello degli espulsi di Napoli, Roma, della Cassimatis e ora di Giulivi.