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24/07/2017 13:25:00

Partanna, il Collettivo Urbano d’Arte di Castelvetrano mette in scena “Fango”

Fango? Lavarlo via si può. Uno spettacolo tratto dal dramma di Gabriello Montemagno e messo in scena dal Collettivo Urbano d’Arte di Castelvetrano, con la regia di Giacomo Bonagiuso. Giorno 1 agosto alle ore 21,30 al Castello Grifeo di Partanna. Lo spettacolo si avvale del patrocinio del comune di Partanna.

UNA NOTA DI PRESENTAZIONE DI GIACOMO MOCERI: 

Quelli a cui ci ha finora abituato il regista Giacomo Bonagiuso sono tutti spettacoli contraddistinti da una particolare e del tutto personale poetica teatrale e da una drammaturgia per corpo, luce, immagine e voce.
“Fango”, invece, vede un ribaltamento di questa gerarchia in favore della voce, dal momento che i protagonisti dello spettacolo (medici, avvocati, impiegati, insegnanti e studenti) di voce ne usano parecchia per urlare il loro forte, convinto e deciso NO alla mafia.

“Fango” è un dramma didattico scritto da Gabriello Montemagno, giornalista di Repubblica; il testo è duro, pesante, toccante e commovente, un vero e proprio schiaffo morale, che gli interpreti, indistintamente di sesso maschile e femminile, agghindati come in un originario teatro giapponese, tra pupi e kabuki, nei panni di veri “attori consumati”, hanno inflitto con grande coraggio e determinazione a tutti coloro che per decenni hanno cosparso di fango la nostra terra e calpestato la nostra dignità di buoni e onesti siciliani, fino agli estremi odierni esiti.

Lo spettacolo racconta delle vicende di Don Fango, esponente di Cosa Nostra, violento organizzatore di traffici illeciti, intrattenitore di rapporti con politici corrotti e collusi col potere della criminalità organizzata ed egli stesso eletto in Parlamento. Attorno a Don Fango, ruotano i membri della sua famiglia, i figli Michele e Rita, il marito di costei, Tony e la schiera di scagnozzi e collaboratori del tra cui figura anche un parlamentare corrotto.

“Fango” , però, ci dimostra che la Sicilia non è solo criminalità e malaffare, appalti truccati e concorsi pubblici manipolati; c’è anche chi vuole combattere e ribellarsi, come il generale Dalla Chiesa, l’onorevole Pio La Torre, l’imprenditore coraggioso che si oppone al pagamento del pizzo, la stessa Rita, figlia di Don Fango, che, del tutto ignara degli intrallazzi del padre, partecipa alle riunioni di un circolo antimafia, e di Tony, genero di Don Fango, che per amore di Rita sceglie la via della giustizia, raccontando tutto al magistrato.

Pagheranno però tutti quanti col sacrificio delle loro vite il coraggio nel portare avanti un’idea di giustizia e la forte volontà di ribellione. Un sacrificio che non può e non deve essere vano e che ci insegna che, uniti dalla forza di volontà, dalla dignità e dal coraggio e con l’ausilio della Giustizia, le corde che ci legano alla mafia possono essere spezzate. La commozione del cast, in ogni sessione di prova estiva, ci aiuta a sperare che un giorno tutto il fango potrà essere lavato via.