di Leonardo Agate - Munito in borsa dei miei documenti delle tassa dei rifiuti regolarmente pagata, sono andato stamattina al solito ufficio di distribuzione di via XI Maggio, a piano terra del Palazzo Fici. Ho trovato la porta chiusa con un avviso che nei mesi di luglio e agosto sarebbe restato chiuso, e che si poteva andare a ritirare i sacchetti all’URP al Quartiere. L’acronimo URP sta per Ufficio Relazioni con il Pubblico. Da non confondere con l’UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici).
Recatomi quindi alla sede del Comune, il Quartiere Spagnolo, non sapendo dove si trovasse il mio Ufficio, mi sono rivolto a un dipendente che stazionava nell’andito di ingresso allo scalone principale. Questo signore mi ha indicato l’Ufficio che cercavo, dandomi anche altre informazioni. I sacchetti erano esauriti e sarebbero arrivati domani mattina. Potevo andare all’Ufficio a prenotarli e domani mattina sarei potuto tornare da lui che me li avrebbe consegnati.
Vado a fare la coda davanti alla porta dell’ URP. Dentro, un impiegato parlava con un cittadino e il dialogo continuava più del previsto. Toccato il mio turno sono entrato, ma il dipendente telefonava. Finito di telefonare, dico “Buongiorno”, dato che, per precedenti esperienze, non mi aspettavo che lo dicesse lui. Chiedo di prenotare i sacchetti, ma mi risponde che non ce ne sono. Riferisco che già me l’ha detto il suo collega dell’androne, e che volevo intanto prenotarli. Resta una attimo imbambolato dalla mia richiesta, poi decisamente mi dice che non posso prenotarli. “Come, – rispondo - se il suo collega mi ha detto di venire a prenotarli?”
L’impiegato, visibilmente contrariato telefona al suo collega e discutono tra loro qualche minuto. Alla fine mi dice che non si sa se i sacchetti arriveranno, e che in ogni modo lui non prenotava un bel nulla. Prendo atto, e mi avvio per andarmene. Ma sono un pensionato e, avendo tempo a disposizione, mi fermo a guardare la bella fontana al centro della corte. L’acqua esce e zampilla perfettamente. Mi sento grato verso il sindaco Alberto Di Girolamo, per questo servizio che è ascrivibile alla sua sagacia. Per tutti gli altri servizi che non sa fare funzionare, l’ho già da un anno iscritto d’ufficio nel registro nero dei sindaci peggiori.
Guardando indietro verso la coda di persone davanti all’URP, noto che a fianco c’è l’Ufficio Carte di Identità, che mi ricorda qualcosa. Due o tre anni fa, sono andato là a rinnovare la mia Carta scaduta. Ho portato le foto di rito, ho firmato qualcosa che mi è stato sottoposto, e mi è stato assicurato che potevo tornare dopo mezzogiorno per ritirare la nuova Carta di Identità, previa la firma del dirigente, che stava nella stanza di fondo. Poiché sono curioso, oltre che pensionato, domandai perché la firma non poteva essere messa da chi curava il rilascio della carta. Mi risposero che la regola qua era questa. Andai un po’ a zonzo, e a mezzogiorno tornai all’Ufficio per ritirare la Carta. Ma non potei ritirarla perché il dirigente era andato via e sarei dovuto tornare l’indomani.
Un caso analogo mi è capitato quando di lì a qualche mese accompagnai un’amica a fare la nuova Carta d’Identità. All’orario in cui avremmo dovuto ritirarla, non è stato possibile, perché il dirigente era uscito. Non so se da allora il dirigente è cambiato, o se essendo la stessa persona, ha cambiato le abitudini. Ci penserà il sindaco ad accertarlo: il potere è nelle sue mani.
La nostra città è quella dove tutti i pensionati d’Italia dovrebbero venire a risiedere. Abbiamo un clima buono, abbiamo pure l’aeroporto vicino, con l’imbocco dell’autostrada per Palermo. I pensionati, da noi, non devono necessariamente andare a sedersi sconsolati sulle panchine del Giardino Cavallotti. Non hanno tutto quel tempo inutile che li rende stanchi e annoiati nelle città dove i servizi comunali funzionano perfettamente, e le carte di identità vengono rilasciate la stessa mattina che vengono richieste. Qua, da noi, i pensionati devono essere svegli e attivi, per andare da un ufficio all’altro a sbrigare pratiche che altrove si esauriscono in una mattinata e qua in diversi giorni.
Venite, venite qua, pensionati di tutt’Italia, e vedrete come starete meglio!