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30/07/2017 08:14:00

La storia di Daniele Pantaleo. Nato a Marsala, è morto in Friuli a 32 anni

 Nato a Marsala 32 anni fa, la sua famiglia è originaria di Mazara del Vallo. E' morto a Cervignano del Friuli, a 32 anni, per un male incurabile. E' la storia di Daniele Pantaleo, giovane papà stroncato da una malattia incurabile.

Stroncato da una malattia contro la quale lottava da 26 anni, il suo cuore . La malattia gli era stata diagnosticata da bambino, a 6 anni, ed era stata curata. In tutti c'era la speranza che potesse stare sempre meglio e condurre una vita normale. Poi l’aggravamento e la morte.La notizia della sua scomparsa ha addolorato profondamente tutta la comunità di Cervignano del Friuli e di Mazara del Vallo. Lascia il papà Calogero, mamma Caterina, i fratelli Ugo, Soraya, Gloria e Claudia, la compagna Lida e un figlio di 7 anni.

Ecco la sua storia raccontata dal Messaggero Veneto:

Il papà Calogero cerca di farsi forza ma non riesce a trattenere le lacrime mentre ricorda suo figlio. «Daniele è stato molto sfortunato – le parole del papà –. La sua non è stata una vita facile. A 6 anni gli è stato diagnosticato un tumore cerebrale. Ne siamo usciti con un intervento e la radioterapia. Dopo 26 anni il male è ricomparso, purtroppo molto più aggressivo. Non abbiamo avuto scampo. Daniele amava la vita e adorava stare con gli amici. Era curioso, educato e pieno di interessi. Adorava la musica, gli piaceva cantare al karaoke e desiderava imparare sempre cose nuove. Aveva anche tanta voglia di lavorare ma non gli è stata offerta un’opportunità. Circa 3 anni fa, una cooperativa gli ha offerto un lavoro per 6 mesi. È stata la sua prima e unica esperienza lavorativa».

Originaria della Sicilia, la famiglia Pantaleo si è trasferita a Cervignano, per motivi familiari e lavorativi, nel 1990. «Daniele è nato a Marsala – ricorda Calogero – ma la nostra famiglia è originaria di Mazara del Vallo. Nel’90 ci siamo trasferiti a Cervignano pertanto mio figlio è sempre vissuto nel capoluogo della Bassa friulana. Amava profondamente questa terra».

Lida, la compagna di Daniele, è straziata dal dolore. «L’ho conosciuto quando era già malato – racconta –. Ci siamo innamorati subito e abbiamo cominciato a lottare assieme. Ogni momento disponibile lo passavano l’una accanto all’altro. Il nostro sogno era di poter andare a vivere assieme, di sposarci e avere dei figli, una cosa che Dany desiderava molto. Era ed eravamo molto felici quando stavamo assieme. Mi diceva sempre che ero la sua vita e di non lasciarlo mai, che avrebbe lottato fino alla fine per noi. Era un ragazzo dolcissimo, buono e sincero».