Luglio è finito e per il dragaggio del porto canale cittadino tutto tace. Ieri abbiamo iniziato a raccontare un altro capitolo di questa ‘sceneggiata’ che ha molti, troppi attori: quasi tutti di serie ‘B’. Diamo altro spazio alla relazione del Iamc-Cnr di Capo Granitola.
“Pertanto – si continua a leggere nelle conclusioni redatte quasi tre anni fa dal responsabile scientifico del progetto analisi fanghi, Giorgio Tranchida, ma mai diffuse dall’amministrazione Cristaldi – in riferimento ai risultati della suddetta classificazione si evince che parte dei sedimenti del porto canale, in prossimità della prima ansa sita all’altezza della piazzetta dello scalo ed in prossimità delle aree adibite ai cantieri, sono da attribuire alla classe C1, mentre tutto il resto dei sedimenti del porto canale va considerato come appartenente alla classe B2”.
AL PORTO NUOVO FANGHI MISTI – Per quanto riguarda il porto nuovo, soprattutto nella sua porzione centrale, prevalgono i sedimenti inseriti nelle classi B2 e B1 e pochi punti in C1 e C2. “Concludendo – si legge sempre nella relazione – le attività analitiche sui 325 campioni” dei due porti “hanno messo in evidenza in maniera chiara che i materiali da dragare non presentano dal punto di vista chimico fisico, elevati valori di contaminazione, tranne pochi punti isolati dove alcuni analiti, considerati nocivi per la salute umana, presentano contaminazioni superiori ai valori previsti dalla normativa vigente. La classificazione come rifiuti speciali pericolosi è da attribuire alla positività ai saggi eco tossicologici sia sul sedimento che su elutriato” (fase liquida ottenuta dalla estrazione di particolato fine e sostanze solubili, mediante lavaggio, dalla matrice solida).
GIA’ A SETTEMBRE 2011 L’ARTA SICILIA SUGGERIVA SOLUZIONI ALTERNATIVE – (QUI L'ALLEGATO 64 del 28 settembre 2011)L’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente siciliano scriveva al Comune ai ministeri e all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) invitando: “Codesta amministrazione comunale di volere valutare eventuali soluzioni alternative a quanto in esposto riportato.
NON TUTTI I MAZARESI SONO ‘AMMUCCA FICU’ – Che la vera questione del dragaggio del porto canale stia tutta nella volontà univoca dell’amministrazione Cristaldi a non voler cambiare rotta (individuare un sito alternativo alla Colmata B per il conferimento dei fanghi del porto) lo hanno capito in tanti. Ultimi a far sentire la propria voce, tra i cittadini che non appartengono alla schiera, molto folta in verità, degli ‘ammucca ficu’ sono stati gli appartenenti al ‘Comitato cittadino per la difesa e la qualificazione del porto canale di Mazara del Vallo’. Il Comitato si è costituito di recente per iniziativa di semplici cittadini e di alcune associazioni, per denunciare il degrado e lo stato di abbandono in cui versa il fiume Mazaro e l’intera area portuale. “Il porto canale di Mazara – scrivono in una nota stampa – è un luogo mortificato, degradato, umiliato, pieno di fanghi e di sporcizia, di scarichi fognari, non navigabile nemmeno per le piccole imbarcazioni. Occorre, con urgenza, procedere alla eliminazione gli scarichi fognari, rimuovere i relitti e procedere al dragaggio del porto canale”.
NON SI MUORE DI SOLI FANGHI – Il degrado dell’intera area portuale è frutto di decenni di incuria a vari livelli: operatori della pesca e singoli cittadini che lo hanno usato da sempre come una discarica privata, amministrazioni che nei decenni non hanno mai pianificato una seria opera di bonifica: a partire dall’eliminazione degli scarichi fognari di mezza Città che nel fiume Mazzaro sversano qualsiasi cosa. “Chiediamo – continua il comitato – a gran voce all’amministrazione comunale, agli enti preposti e a chi di competenza di attivarsi ed iniziare a lavorare proficuamente affinché si realizzi un radicale e risolutivo intervento per superare la situazione di stallo che ormai perdura da troppi anni. Il recupero e la valorizzazione del fiume e del porto canale passano attraverso il dragaggio e lo sversamento dei fanghi nei siti appropriati e con le modalità di legge”.
SI POTEVA DRAGARE GIA’ DA NOVEMBRE 2016 – Il provvedimento emanato lo scorso 24 novembre 2016 dalla Regione Sicilia, Assessorato Territorio ed Ambiente, autorizza il dragaggio del porto, ma ne vieta lo sversamento dei fanghi in colmata B, precisando che il materiale dragato, dopo le opportune verifiche da concordare con l’ARPA e previo necessario trattamento, dovrà essere inviato, secondo il livello di inquinanti presenti presso siti di smaltimento autorizzati. “Nonostante ciò – sottolinea il gruppo di cittadini – l’amministrazione comunale sembra volere ad oltranza lo sversamento dei fanghi in colmata. E allora noi ci chiediamo; perché ci si ostina a perseguire quello che a nostro avviso è un accanimento, una insistenza che sta causando solamente il blocco dell’escavazione. C’è qualche interesse a riempire di fango la colmata che in questo modo potrebbe divenire un area utilizzabile per scopi e progetti di cui la città è ignara? Perché non si inizia a pensare a progetti alternativi al trattamento ed al conferimento dei fanghi? I mazaresi – conclude la nota del Comitato – hanno bisogno di risposte chiare, vogliono essere informati e trovare lo spazio per un confronto democratico con chi li rappresenta”.
Alessandro Accardo Palumbo
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