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09/08/2017 06:00:00

Sostiene Mariano: "Ecco perché ho rotto la chitarra in testa al signor Occhipinti"

 Cosa è successo davvero lunedì mattina in piazza Loggia a Marsala? La cronaca di un fatto è sempre parziale, anche se basata sulle testimonianze di quanti hanno assistito all’evento.

In questi casi si creano le condizioni sociologiche per osservare le dinamiche di una piccola comunità di persone, quelle che sostano o bivaccano nella piazza principale di Marsala.

Mariano Ottoveggio lo conoscono tutti i frequentatori di piazza della Loggia. E quasi tutti concordano sulla sua inoffensività. Da oltre dieci anni ha scelto, per motivi personali, una vita un po’ randagia.

Non disturba mai nessuno, salvo chiedere ogni tanto d’aver offerto un caffè o una sigaretta. Per il resto della giornata lo si vede seduto sui gradini o di palazzo VII aprile o su quelli del sagrato della chiesa Madre a strimpellare con la chitarra e intonare canzoni a voce alta, incurante delle reazioni dei passanti.

Parla di Dio e si professa missionario. "Padre Ponte lo sa", dice, riferendosi all'arciprete. Questa sua caratteristica intenerisce gli animi più sensibili, strappa un sorriso talvolta impastato d’amarezza considerando che è un bel ragazzone in salute e proviene da una famiglia non proprio disagiata.

Ed ecco perché quel gesto così violento stride con il Mario di cui abbiamo appena raccontato. E' venuto a trovarci in redazione, per chiarire, dare la sua versione dei fatti.  

Lui per primo ancora non si dà pace. È stato un raptus, un momento di totale perdita di controllo conseguente però ad una serie di episodi che lo hanno visto vittima di ripetuti soprusi.

Lo racconta nel video  che potete vedere accanto a questo articolo come sono andate le cose, e qui sintetizziamo solo l’aspetto che, nella prima ricostruzione dei fatti, era stato appena accennato.

Il signor Orazio Occhipinti non è intervenuto per farlo calmare, a detta di Mario, lo ha apostrofato, colpendolo. La conseguente reazione di Mario, in ogni caso ingiustificabile, è il risultato di un accumulo di stress iniziato con la lite con un tizio ben noto alle forze dell’ordine, che nel frattempo si era dileguato.

Non è stato facile farsi raccontare i fatti dai testimoni, alcuni hanno addirittura fatto spallucce come nella migliore tradizione siciliana. Altri invece hanno raccontato una storia un po’ diversa.

In questi casi la letteratura forense sull’attendibilità dei testimoni potrebbe soccorrerci per confermare quanto sia complessa la testimonianza e di come la memoria sia un fenomeno dinamico e largamente ricostruttivo che consta di diversi processi (percezione, codifica, immagazzinamento e recupero) su ciascuno dei quali possono agire fattori di distorsione cognitivi, emotivi, relazionali e culturali.

Sentiti dieci testimoni si avranno dieci ricostruzioni del fatto, ed è un po’ ciò che è accaduto lunedì a Marsala. In questo caso la sola cosa da fare è sentire i diretti interessati. Oggi lo abbiamo fatto ascoltando Mario, presto sentiremo il signor Orazio Occhipinti, che ad oggi, pare, non abbia sporto denuncia nonostante i venti punti di sutura in testa. Mario intanto è tornato in piazza, le forze dell’ordine non hanno dunque riscontrato elementi di pericolosità e questa è la buona notizia. Il signor Orazio è tornato a casa, è stato dimesso dall'ospedale. E questa è una notizia ancora migliore.