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10/08/2017 22:19:00

Il coordinatore provinciale di Libera e le restrizioni del Viminale ai salvataggi in mar

di Leonardo Agate - Salvatore Inguì, coordinatore provinciale di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", ha rilasciata una lunga intervista al giornalista Francesco Figlioli di Marsalac’è. L’oggetto dell’intervista sono i migranti e il cambio di rotta politico inaugurato dal governo Gentiloni. La nuova rotta governativa segna - secondo il coordinato provinciale di Libera – un atteggiamento di chiusura rispetto al recente passato.

L’intervistato si dice sconvolto dalla mancanza di conoscenza di quanto sta accadendo dall’altra parte del Mediterraneo, ma anche della storia dei Paesi africani rispetto a quelli europei. Molti dei danni di oggi dei Pesi africani sono effetto dei danni fatti da noi in passato e di quelli che continuiamo a fare. Afferma che non possiamo continuare a parlare di accoglienza dei figli della guerra, dimenticando i migranti economici o climatici.

Sempre secondo l’intervistato, le convinzioni comuni che i migranti “vengono a rubarci il lavoro”, “prendono 35 € al giorno senza fare niente, “sono tutti palestrati” e “fanno parte dell’Isis”, sono frutto del lavaggio del cervello politico e mediatico a cui siamo ogni giorno sottoposti. Ci sarebbe addirittura chi è convinto che sia in corso un’invasione che mira alla distruzione della nostra cultura e alla sostituzione della nostra razza. Precisa, l’intervistato, che stiamo parlando di 120 mila persone a fronte di 60 milioni di abitanti.

Il coordinatore provinciale di Libera è disinformato, o, informato, omette di dire la verità

  • La nuova rotta governativa è la decisione del Viminale di imporre un codice di comportamento alle organizzazioni non governative per il salvataggio dei migranti in mare. Il codice di comportamento prevede, tra le altre cose, di non entrare nelle acque libiche e di far salire la polizia a bordo.

  • La decisione del Viminale è opportuna, anche se adottata con anni di ritardo. Alcune procure della Repubblica da mesi hanno avanzato sospetti su collusioni di imbarcazioni di alcune Ong e i trafficanti di esseri umani. Indagini sono in corso e sono stati aperti fascicoli di reati.

    La presenza di poliziotti a bordo delle navi Ong garantirebbe il salvataggio dei disperati in mare, impedendo accordi tra Ong e trafficanti di esseri umani, le cui operazioni diventerebbero per loro meno rischiose.

     

  • I danni che avremmo fatto nel passato nei Paesi – colonie devono essere bilanciati dai benefici che vi abbiamo lasciato in opere pubbliche tuttora in parte esistenti. Il depredamento passato non giustifica l’attuale invasione delle nostre coste da parte dei migranti. Il costo della loro accoglienza è diventato insostenibile, salvo togliere risorse ai cittadini italiani poveri per far stare meglio i nuovi arrivati. Nel nostro Paese ci sono circa 5 milioni di persone sotto il livello della povertà. I dati sono dell’Istat.

  • Se dovessimo tener conto delle nostre colpe del passato, dai tempi dell’impero romano, ci vorrebbero risarcimenti giganteschi, che i tempi attuali non consentono, salvo sconvolgere l’economia e danneggiare tutti, senza benefici per nessuno. In un’economia sconquassata staranno male quelli che prima stavano bene, e continueranno a stare male quelli che prima stavano male.

  • Non stiamo parlando di 120 mila migranti a fronte di 60 milioni di abitanti italiani. Negli ultimi sei anni sono oltre 600 mila i migranti sbarcati in Italia. Già nel nostro Paese abbiamo oltre 5 milioni di stranieri residenti, pari a oltre l’8 per cento dell’intera popolazione nazionale.Il timore di molti che è in corso un’invasione che tende a un sovvertimento della nostra identità e della nostra cultura è reale.

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