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10/08/2017 15:17:00

A Marsala successo per Russo e Frazzitta e la loro "Inchiesta sui Mille"

 Siamo a Marsala, sulla parte superiore del Monumento ai Mille, le due navi, Piemonte e Lombardo, si riempiono  di spettatori. I musicisti ci invitano a raggiungere le scialuppe.
La coscienza di Ippolito Nievo è pronta a farci salpare. A breve arriverà anche Lui, il giovane Nievo. Il romantico e passionale Nievo, l'uomo valoroso e sognatore dell'Unità d'Italia. Il rivoluzionario.
Siamo nel 1859 e Nievo si arruola tra i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, un anno dopo è già sulla nave Lombardo per partecipare alla spedizione dei Mille.
Nievo ha un ruolo scomodo, gli è stata affidata l'Intendenza di Finanza, è depositario di troppi segreti e documenti scomodi, proprio per questo morì durante il viaggio di ritorno dalla Sicilia, tra il 4 e il 5 marzo 1861. Il vapore Ercole si inabissò al largo della costa sorrentina, non furono mai trovati né il suo corpo né i documenti con i relativi conti della spedizione dei Mille.
L'inchiesta sulla spedizione dei Mille, rappresentata il 9 agosto a Marsala, di Enrico Russo e Giacomo Frazzitta, ha condotto per mano gli ospiti delle navi lungo un viaggio dialogante tra coscienza e dati.
Ippolito Nievo è stato interpretato da Giacomo Frazzitta, la coscienza di Nievo da Enrico Russo.
Vorremmo poter dire con precisione quanto sia durato lo spettacolo, non ci riusciremmo. Siamo stati rapiti da questi due protagonisti che hanno raccontato un passaggio di storia, senza farci abbassare il livello di attenzione. Cosa difficile di questi tempi.
Torna in scena Enrico Russo, attore e regista, la sua interpretazione è stata magistrale. La voce di una coscienza che non sopisce e soccombe alla labilità del tempo, che fa domande e si chiede, con il senno del poi, quale sia stata la motivazione per cui Nievo sia morto. La coscienza adulta, saggia, che contrasta con il moto passionale del giovane scrittore.
Siamo salpati insieme ai protagonisti, un Ippolito Nievo, interpretato dal bravissimo Giacomo Frazzitta, che ci ha condotto in quel lembo di storia che ha visto la nostra città protagonista dello sbarco nel lontano 11 maggio 1860.
Per la prima volta il Monumento viene messo al centro del racconto, animato nella sua parte più bella, con le due navi che si uniscono in un albero di circa 47 metri (ancora senza nessuna bandiera).
Alla prima delle ore 20 non è presente l'Amministrazione, né il sindaco né un assessore.
Viene raccontata una storia di 150 anni fa che potrebbe essere attualizzata ai giorni nostri: un mix di complotti e vendette, di misteri e di silenzi, di passione e politica, di eroismi e corruzione.
Anni di storia ne sono passati, la politica è camaleontica, tutto cambia per rimanere uguale, ce lo racconta Ippolito Nievo. C'erano due modi di intendere l'Unità d'Italia: uno era il modo passionale legato agli ideali; l'altra era la politica fatta di intrecci e di sotterfugi, di intrighi internazionali... in mezzo Mille giovani garibaldini mossi dall'ardore Patrio.

Enrico Russo e Giacomo Frazzitta ci hanno introdotto in un mondo, quello della storia, non sempre facile da raccontare, non sempre facile da ascoltare.
Una performance che ha reso in concretezza l'idea di quello che è stato. Un giovane Nievo e la sua coscienza che hanno portato i passeggeri a vivere gli ardori del tempo. Notevole la presenza scenica di Enrico Russo, che torna sul palco accentando la sfida della vita, con la capacità di guardar l'orizzonte e di fare di quegli attimi di pausa momento di enfasi.
Due protagonisti, Russo e Frazzitta, solcano il palco insieme trainanti di una viva forza teatrale.
La cantastorie, Lea Fazio, interprete di indiscussa bravura, sulle note del Va Pensiero, tenendo in mano la bandiera italiana, ci riporta a quel senso di Patriottismo troppo spesso vituperato.
Si è raccontata la città, con due attori che hanno dato a questa Marsala tanto cercando di spulciare quel 1860 e i suoi misteri.
Due attori di grande spessore teatrale ed umano, perchè quando si racconta la storia si racconta la vita, e se lo si fa guardando il cielo e il mare, che si uniscono, quella vita assume un significato diverso.