La sezione marsalese dell’Ente nazionale protezione animali interviene per esprimere la propria posizione sul problema dei cani randagi e sulle possibili soluzioni al problema proposte dal sindaco Alberto Di Girolamo. “In primo luogo – sostiene l’Enpa - crediamo che una amministrazione che voglia essere fattiva ed alla ricerca di soluzioni valide debba confrontarsi con le associazioni presenti sul territorio che quotidianamente, con i pochi mezzi che hanno a disposizione, fanno il possibile se non l’impossibile per salvare i nostri amici a 4 zampe. Con rammarico, invece, leggiamo che le scelte del Sindaco, sono dettate solo ed esclusivamente da un confronto con i vertici Asp, non comprendendo o comunque gravemente sottovalutando l’importanza dell’operato quotidiano dei volontari.
In secondo luogo, con rammarico, comprendiamo che il Sindaco della città di Marsala pensa di poter “sbrigare” la questione in tre semplici mosse: 1. trovate un cucciolo o più cuccioli? Portateli direttamente in canile, magari accompagnati dall’articolo del giornale, almeno nessuno potrà accampare alcuna motivazione e non prendere in consegna l’animale (… inutile perdere tempo con la segnalazione presso i vigili urbani …); ovviamente se il canile è in orario di chiusura non abbandonateli, teneteli fino al giorno seguente. A proposito per tutto agosto il canile municipale è rimasto aperto solo dalle 10,00 alle 12,30. Nel periodo invernale si è più fortunati (tranne un giorno a settimana il canile è aperto dalle 15,00 alle 18,00); portato il cucciolo al canile il cittadino ha fatto il suo dovere; 2. il cucciolo, portato avrà un’età variabile (…ancora con occhi chiusi, di qualche mese di vita) e sarà sterilizzato. Quindi, solo per chi non lo sapesse, rimarrà in canile fino almeno al sesto mese di vita.
Questo se nel frattempo non viene adottato oppure non muore per svariate patologie; 3. il cucciolo, quindi è vivo in canile da qualche mese almeno, e a questo punto si provvede a rimetterlo in strada, ergo il cane sarà investito, creerà pericolo alla incolumità di noi tutti cittadini o alla viabilità stradale. Perché una previsione di vita così nefasta per il cucciolo? Semplice: il cane che sarà rimmesso non è un randagio, non conosce la strada e tutti i pericoli annessi, non sa ricercare il cibo o l’acqua. Provate a tenere un bambino sempre dentro casa e poi all’età di 6/8 anni gli diciamo di andarsi a comprare la merendina ed il succo di frutta… e vediamo che succede”. Posizioni molto critiche, dunque, quelle dell’Enpa, che così continua: “Scusateci se abbiamo ironizzato ma quanto detto dal nostro primo cittadino, al quale chiediamo un incontro serio, collaborativo e fattivo, stride, sempre a nostro sommesso avviso, con la Legge regionale che regola e disciplina il randagismo nella Regione Sicilia (L. n. 15/2000 che ha recepito la L. n. 281/1991).
In questo clima di mancata conoscenza dell’argomento da parte dei più, ovviamente non vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia infatti siamo perfettamente consapevoli che la responsabilità del randagismo disastroso marsalese non sia esclusivamente dell’amministrazione comunale ma anche di molti proprietari di cani che si ostinano a lasciarli vagare incustoditi per la città magari anche interi e senza microchip. Grazie alla collaborazione dei veterinari e dei Vigili Urbani andrebbero controllati i cani padronali verificando che essi siano muniti di microchip e detenuti correttamente. Ricordiamo che la base per combattere il randagismo è la sterilizzazione attraverso la quale si evitano cucciolate. In questo senso la priorità del Comune dovrebbe essere quella di incentivare, a mezzo un aiuto economico per le famiglie meno abbienti, la possibilità di sterilizzare.E non solo. Incentivare i controlli sul territorio per obbligare i detentori di cani, elevando sanzioni, a microchippare gli animali (servizio reso gratuitamente al canile), incentivare le adozioni, pubblicizzando maggiormente l’esistenza di una struttura comunale che detiene gli animali (… non esiste in tutta Marsala alcuna segnaletica stradale), creare un apposito elenco di tutti coloro i quali adottano un cucciolo della struttura comunale, obbligandoli dal sesto mese di vita alla sterilizzazione.
Eppure tutto ciò appare ad oggi un miraggio ed il canile di Marsala rimane non un luogo di transito degli animali ma spesso la loro definitiva collocazione con costi di gestione elevatissimi per il Comune e conseguentemente per il cittadino che paga le tasse”. “Ebbene – conclude l’Enpa - noi nel nostro piccolo nel 2016 abbiamo trovato casa a 120 cani, ed in ultimo con estremi sacrifici, in collaborazione con l’Associazione Randagi del Sud, abbiamo fatto sterilizzare, a nostre spese ed in ambulatori privati, ben 4 cani (femmine). Ne approfittiamo per chiedere all’Amministrazione, alla quale indirizzeremo formale richiesta, di sterilizzare una cagnolina randagia che proprio ieri abbiamo visto accoppiarsi.
Seppur non cucciola, speriamo in un intervento del Sig. Sindaco di Marsala (ovviamente intanto vi mostriamo le immagini durante l'accoppiamento avvenuto in piena strada). Detto quanto tutto sopra speriamo e ci auguriamo che veramente l’amministrazione voglia porre rimedio al dilagante fenomeno del randagismo, con progetti seri e validi in cooperazione con il cittadino e con le associazioni presenti sul territorio per permettere un miglioramento della situazione reale e tangibile e, quindi, concreto: il resto sono solo parole. Ci auguriamo di potere incontrare presto nelle sedi opportune il Sindaco di Marsala al quale nel frattempo auguriamo buon lavoro”.
Sono tre le principali linee d’azione che l’amministrazione comunale marsalese intende perseguire per contrastare il fenomeno dei cani randagi. Un fenomeno “assai avvertito da queste parti” ammette il sindaco Alberto Di Girolamo. Ed è proprio il primo cittadino a spiegare quali sono le strategie in cantiere. “Innanzitutto – dice il sindaco – bisogna insistere sulle sterilizzazioni dei cani ospitati nel nostro canile municipale. In tal modo, questi animali diventano molto meno aggressivi, più tranquilli e innocui, e possono essere riportati sul territorio. Con i veterinari dell’Asp abbiamo già avuto degli incontri e il lavoro è iniziato. La seconda mossa è quella di cercare di favorire le adozioni. Anche questo è un lavoro già iniziato, anche se a breve faremo un’altra campagna per far sapere a tutti, non solo ai marsalesi, che al canile abbiamo tanti cani che possono essere adottati. Siamo aperti a tutti. Anche ad amanti degli animali di città molto lontane da Marsala, dove ci sono meno randagi”.
La terza opzione dell’amministrazione comunale è quella di invitare nuovamente i marsalesi ad applicare il micro-chip ai loro cani, come, del resto, prevede un’ordinanza del sindaco. “I cani, infatti – conclude Di Girolamo – talvolta scappano ai loro padroni e andando in giro spesso si uniscono ai branchi dei randagi, diventando randagi anche loro. Se fossero microcippati, sarebbero riconoscibili e potrebbero essere ricondotti dal luogo in cui si sono allontanati”. Proprio per contrastare il randagismo, il sindaco Di Girolamo emanò un’ordinanza subito dopo il suo insediamento.
Un’ordinanza nella cui premessa si afferma che “nonostante l’emanazione e la capillare diffusione di specifiche ordinanze sindacali in materia di randagismo, numerosi utenti continuano, ancora, a non adempiere agli obblighi che la normativa vigente impone ai possessori di cani, tra cui l'applicazione del microchip di riconoscimento” e che questo comportamento “è causa diretta degli abbandoni di cuccioli e cani adulti (reato penale), provenienti soprattutto dalle periferie, ove si conta il più alto numero di cani ancora sprovvisti di microchip”. L’ordinanza impone il microchip, la denuncia entro tre giorni dalla nascita le nuove cucciolate, l’obbligo di condurre sempre il cane al guinzaglio lungo le vie, le piazze e i giardini della città, evitando di sporcare con deiezioni il suolo pubblico e le aree a verde. Un’ordinanza che molti, però, non rispettano. Intanto, di recente, con un esposto presentato in Procura e al Comando dei vigili urbani, a denunciare la presenza di parecchi pericolosi randagi nella zona del Villaggio Olimpia sono state una ventina di persone, tra residenti e villeggianti, che temono di essere azzannate mentre si recano in spiaggia.