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11/09/2017 06:05:00

I "furbetti" dell'Oasi di Selinunte. La Corte dei Conti li condanna a pagare 5 milioni ...

 144 mini appartamenti e 576 posti letto. E’ il complesso alberghiero “L’oasi di Selinunte Hotel & Resort”, oggetto della presunta truffa da sette milioni di euro, della quale avevamo parlato lo scorso inverno descrivendo ancheil raffinato sistemache, secondo gli inquirenti, era stato messo in atto.

La sentenza della Corte dei conti ha riconosciuto un danno erariale di circa 5 milioni e 100 mila euro, di cui 4.689.480 euro in favore dell'assessorato regionale al Turismo e 416.667 in favore del ministero dello Sviluppo economico.

A pagare, in solido, dovranno essere: “Oasi società cooperativa in liquidazione”, il presidente Ippolito Paolo Ettore Masella, la moglie Giuseppa Claudia Ancona nella qualità di vicepresidente ed il consigliere di amministrazione Antonino Scaglione.

La posizione di Francesco Paolo Vizzini, funzionario verificatore della Regione Siciliana, e di Vincenzo Barresi, tecnico del comune di Castelvetrano, invece era già stata archiviata dal pubblico ministero “ritenendo che la loro condotta, per quanto caratterizzata da omissioni e imprecisioni, non integrasse gli estremi della responsabilità amministrativa”.

Dei quattro progetti, il danno erariale è stato riconosciuto per il Patto Territoriale Generalista Valle del Belice ed i progetti numero 7447 e 10885 del Por Sicilia. Per quello restante (il numero 2589 del Por) il collegio ha invece respinto la domanda per “mancato assolvimento dell’onere probatorio”.

 

Le indagini erano scattate nel giugno del 2012, dopo che la Tenenza della Guardia di Finanza di Castelvetrano aveva trasmesso la notizia di reato alla procura erariale.

I militari avevano ipotizzato reati edilizi ed ambientali attraverso “la produzione di falsa documentazione per il conseguimento della concessione edilizia, la mancata attivazione della procedura di valutazione di impatto ambientale, il mancato asservimento di aree a favore del comune di Castelvetrano, l’alterazione degli elaborati tecnici ed altre irregolarità connesse alla variazione di destinazione urbanistica dell’area di proprietà della società”.

Era emerso anche l’intervento di alcune società nel meccanismo della fatturazione, in modo da consentire all’Oasi Società Cooperativa, che doveva ricevere i finanziamenti pubblici, di realizzare le opere “ricorrendo ad artifizi tali da ingannare gli enti erogatori”.

Un impianto confermato anche dalle dichiarazioni dei tecnici del progetto stesso, dai fornitori dell’Oasi e della Sistema Srl, oltre che dall’amministratore delegato di quest’ultima (Domenico Marchica), “allontanatosi dalla società – si legge nella sentenza - a seguito dei sospetti circa la liceità delle operazioni da questa poste in essere”.

 

Tra maggio e giugno dell’anno scorso erano arrivate le deduzioni dell’ingegnere Vizzini, che respingeva le contestazioni, in quanto non aveva la qualifica di collaudatore ma era stato incaricato di eseguire una saltuaria revisione tecnico-contabile; quelle dell’architetto Vincenzo Barresi, che affermava di avere apposto sulla concessione edilizia un semplice visto non vincolante; quelle di Masella, della moglie Giuseppa Claudia Ancona e di Antonino Scaglione che sostenevano di aver seguito un iter tecnico amministrativo legittimo.

Le posizioni di Vizzini e Barresi, dal momento che la loro condotta “per quanto caratterizzata da omissioni e imprecisioni” non costituiva responsabilità amministrativa, sono state archiviate.

Mentre la società beneficiaria dei contributi e il relativo consiglio di amministrazione, in un primo momento erano stati ritenuti responsabili di un danno all’erario pari all’intero importo dei finanziamenti pubblici ricevuti, circa 7 milioni di euro.

 

Nel giugno del 2017 invece l’Oasi chiedeva la sospensione del giudizio in attesa del giudizio penale e, tra le altre cose, eccepiva la prescrizione del diritto al risarcimento del danno, secondo l’assunto che le amministrazioni erogatrici del finanziamento non avevano mai formalizzato richieste risarcitorie. In pratica: prima il giudizio penale e poi quello della Corte dei Conti. Per la “restituzione” dei contributi, invece, dal momento che i fatti sarebbero avvenuti nel 2009, si sarebbero già prescritti.

 

Il 5 luglio scorso la Corte dei Conti però ha respinto richieste ed eccezioni. “Nessuna disposizione indica quale condizione di proponibilità dell’azione di responsabilità – si legge nella sentenza, - la preventiva definizione di eventuali giudizi penali instaurati per i medesimi eventi”. Ecco perché si è deciso di non aspettare il giudizio penale del processo in corso a Marsala.

Per quanto riguarda invece la prescrizione, il termine di decorrenza sarebbe quello della comunicazione della notizia di reato della Guardia di Finanza dell’8 maggio 2012. Soprattutto perché, dai documenti della procura erariale è emerso che, avendo “gli odierni convenuti hanno posto in essere artifici e raggiri idonei a celare il comportamento illecito, è provato l’occultamento doloso”.

 

Tra le conclusioni non condivise dal collegio giudicante c’era quella in cui la difesa dei convenuti ha sostenuto che mancherebbe il danno all’erario “poiché l’intervento previsto del programma di finanziamento è stato realizzato”.

La Procura però ha contestato lo scostamento dai progetti finanziati, perché “non conformi alle norme urbanistiche delle opere di edilizia realizzate”, per “l’esibizione di fatture gonfiate rispetto ai costi effettivamente sostenuti o non corrispondenti alle opere e/o forniture acquisite”, oltre alla “mancata esecuzione degli aumenti di capitale”.

In sostanza, dunque, in presenza di uno scostamento che abbia frustrato le finalità dell’intervento pubblico, “non potrà ritenersi giustificata l’erogazione del pubblico finanziamento”.

 

Questa è la condanna a pagare da parte della Corte dei conti. Il processo penale per truffa aggravata è invece ancora in corso e riguarda, oltre che Paolo Ippolito Ettore Masella, Giuseppa Claudia Ancona e Antonino Scaglione, anche Antonino Russo, procuratore speciale di «Sistema»; Gaspare Secchia, firmatario della contabilità tecnica dei lavori; Orazio La Monaca, progettista, direttore dei lavori e anch’egli firmatario della contabilità tecnica; Giovanni Giuseppe Ligambi, amministratore unico di «Costruire»; Santo Svizzero, redattore del progetto di ammodernamento e ampliamento della struttura turistica e alberghiera preesistente; e Francesco Paolo Vizzini, funzionario dell'assessorato regionale al Turismo.