Da ieri pomeriggio la Chiesa di San Matteo a Marsala, la più antica della Città e già sede vescovile, ha ufficialmente il suo nuovo parroco. E’ Don Alessandro Palermo, 30 anni, originario di Salemi, ordinato sacerdote nel settembre del 2015. Don Alessandro, che succede nella carica a Padre Ponte (amministratore parrocchiale) e a padre Jean Paul che di fatto l’ha guidata negli ultimi anni, è stato investito dell’incarico di Parroco nel corso di una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo, monsignor Domenico Mogavero, e a cui ha presenziato il Sindaco, Alberto Di Girolamo che, al termine della Santa Messa, si è congratulato con il presbitero per il prestigioso incarico religioso che ha ottenuto.
Il Sacerdote della Diocesi di Mazara del Vallo, seppur giovanissimo, è stato già Vicario parrocchiale della Chiesa Madre di Marsala e ha conseguito la licenza in Teologia della Comunicazione presso la Pontificia Università Lateranense con la tesi dal titolo “L’Ufficio diocesano per le comunicazioni nello scenario digitale”.
E’ autore del blog “Elementi di Pastorale Digitale” seguito da diversi media ecclesiali nazionali, contenente contenuti teorici e pratici riguardati l’azione comunicativa della Chiesa nello scenario dei social media.
Nello scorso mese di febbraio ha pubblicato, con la casa editrice Paoline, il libro: “La Chiesa Mediale. Sfide, strutture, prassi per la comunicazione digitale che si avvale della prefazione di don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e portavoce della Conferenza Episcopale Italiana. La postfazione, invece, è di Massimiliano Padula presidente nazionale AIART (associazione italiana ascoltatori radio televisivi).
Ecco cosa ha detto nel suo discorso di insediamento alla comunità parrocchiale, alla presenza del Sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo:
Comunità di San Matteo, a voi tutti grazia e pace!
Giungo in mezzo a voi per continuare l’Opera salvifica del Signore. Tutti noi siamo una meravigliosa Opera di Dio, la mia presenza in mezzo a voi vorrei che diventasse occasione per riscoprire l’operato che il Signore compie per ciascuno di noi: Dio ha inventato la Chiesa, l’ha sognata e l’ha realizzata con Cristo perché sa che la comunione, l’essere comunità, è l’unica garanzia per una vita pienamente umana. Come vostro Parroco so che devo custodire questo desiderio di Dio e vi chiedo sin da adesso di accoglierlo come dinamica che ci permetterà di diventare meravigliosi agli occhi di Dio e degli altri che incontriamo lungo le strade della vita.
Il vostro Parroco è un giovane sacerdote. Ma è anche un sacerdote disposto a correre per il bene della sua Comunità. Diventare parroci, in un certo senso, è come diventare padri. Servirò quest’antica chiesa parrocchiale, probabilmente la prima sorta in Marsala, come un padre custodisce la propria famiglia. Sembra strano dirlo ma vi chiedo di vedermi prima di tutto come “Padre” e di aiutarmi a diventare “Padre”. Se la mia vocazione è quella di continuare l’Opera di Dio con il sacerdozio, anche voi avete una speciale vocazione: permettere a Dio di portare a compimento la Sua Opera, aiutandomi nel ministero che da oggi mi appresto a vivere con voi e per voi.
Io vengo per tutti, per chi frequenta la chiesa e per chi non la frequenta, per i ricchi e per poveri, per chi crede e per chi non crede. Ma vorrei condividere quello che il Santo Padre Giovanni Paolo II, di cui oggi ricorre la memoria, riteneva fondamentale per le parrocchie del 2000. Occorre – diceva il Papa – dare tanta attenzione alle famiglie, ai giovani e bisogna anche intercettare i bisogni e le sfide culturali del tempo. La linfa vitale di una Comunità parrocchiale sono le famiglie quelle serene e quelle meno serene; la bellezza e il presente sono i Giovani con le loro domande e con i loro i dubbi; infine la vera sfida di questo nostro tempo è culturale, se non si incide nella cultura si diventa “setta”, un gruppo chiuso al mondo, e una chiesa chiusa alla società serve a poco.
Mi affido a voi, alle vostre preghiere. Accendiamoci di entusiasmo e nel farlo chiediamo aiuto al nostro Santo Apostolo ed Evangelista Matteo il quale seguì Gesù con grande entusiasmo liberandosi da tutto ciò che lo teneva schiavo e chiediamo l’aiuto anche della Santa vergine e martire Lucia la quale con passione di cuore non ha permesso che nulla e nessuno le togliesse la fede e i suoi ideali di vita. Consegno il mio ministero alle mani premurose e materne della Beata Vergine Maria della Cava, patrona e protettrice della nostra città.