Nella puntata di domenica sera veniva diffuso un numero di cellulare, che corrisponde a quello di un signore di Domodossola: «Tempestati di chiamate, ci hanno dato dei mafiosi».
Domenica sera è andata in onda in prima serata la serie televisiva su Canale 5 «Rosy Abate», la storia di una donna di mafia che prova a rifarsi una vita lontano dalla Sicilia, con Giulia Michelini, Mario Sgueglia e Paolo Pierobon. Da quel momento, una coppia di Domodossola si è ritrovata d’improvviso catapultata in un incubo, tra telefonate anonime e minacce di morte nel cuore della notte.
Un numero di cellulare scritto con un pennarello nero, ben visibile, su un bigliettino di carta. Con tanto di messaggio: "Non avrai un’altra occasione, ciao Rosy" e faccetta sorridente. È andato in onda ieri sera durante la serie tv "Rosy Abate" su Canale 5, la storia di una giovane donna della mafia siciliana che, lontano dalla sua terra, riprova a farsi una vita in Liguria. Un numero di cellulare che doveva essere finto e far parte della fiction, appunto, ma che invece esiste realmente. E che, complice l’averlo mostrato in modo chiaro in televisione in una fiction che ha fatto un boom di ascolti, sta rovinando la vita a una giovane coppia di Domodossola che da ieri sera poco prima delle 22 è stata letteralmente tartassata dalle telefonate.
Chiamate di fan che, non riconoscendo forse la differenza tra finzione e realtà, pensavano di parlare realmente con Rosy, interpretata da Giulia Michelini. Con tanto di minacce, insulti, qualche parolaccia e qualche richiesta a dir poco strana. "E tanta paura - racconta la donna al telefono - Sono incinta all’ottavo mese inoltrato e ho avuto una gravidanza a rischio. Stanotte non ho dormito. Abbiamo ricevuto decine di chiamate fino a quasi le 4 di notte e ho avuto davvero il terrore che qualcuno potesse arrivare fin sotto casa nostra. Possibile che nessuno abbia controllato che quel numero non fosse attivo e che nessuno si sia preoccupato di nascondere qualche cifra?’’ si chiede. Una domanda lecita visto che quel numero il marito, 38 anni e un lavoro che lo porta spesso all’estero, lo ha da ben 13 anni.
Adesso la denuncia. “Aspetto che mio marito torni dalla Svizzera e andiamo dalle forze dell’ordine. Non è possibile che una produzione tv non controlli se i numeri sono veri. La nostra privacy è stata violata. Mio marito è siciliano di origine, ma noi con la mafia non c’entriamo niente, siamo mica matti”. “