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30/11/2017 06:00:00

Castellammare, l'ospizio degli orrori. "Mettiamo un tappo nel c.. a quella pazza"

Da un lato i video con i vecchietti che ballano, con i commenti del tipo "Facciamo divertire i nostri nonni". E le foto con gli anziani che festeggiano il loro compleanno, o i laboratori di cucina. Dall'altro lato, un inferno: vecchi picchiati, insultati, maltrattati. Perchè questo avveniva all'ospizio "Rosanna" di Castellammare del Golfo.   

Due operatori, senza sapere di essere ascoltati dalle cimici, parlando di una povera anziana incontinente che continuava a sporcarsi dicono: "Come si deve fare con questa pazza? Gli si mette un tappo nel culo". E l'altro: "Io oggi non gli do da mangiare, per me può morire". 

I  quattro aguzzini di Castellammare del Golfo sono finiti in galera e non ai domiciliari. Come mai? Il Gip Brignone che ha firmato la misura cautelare scrive: "E'  difficile anche solo immaginare trattamenti più disumani e degradanti, che si spingono a forme di deprivazione sensoriale tipiche della vera e propria tortura. Difficile anche credere che degli esseri umani possano essere talmente crudeli e spietati nei confronti di altri esseri umani, per più di inermi per le precarie condizioni di salute e affidati loro per ragioni di salute". E paragona la casa di cura a "un lager".

Si tratta della comunità alloggio per anziani «Rosanna», al quarto piano di via Segesta del palazzo «Quadrifoglio» nella zona di espansione di Castellammare del Golfo, di fronte il comando di polizia municipale e il distaccamento forestale. I 15 anziani ospiti della comunità, 12 donne e tre uomini, non erano trattati bene. Tre in particolare sono  stati percossi, maltrattati, legati e minacciati dal gestore e tre dipendenti.

Gli arrestati, lo ricodiamo, sono  Matteo Cerni, 66 anni, titolare e gestore della casa per anziani, della compagna Rosanna Galatioto, 48 anni, dalla quale prende il nome il ricovero, e delle dipendenti Anna Maria Bosco, 46 anni e Marianna Rizzo 31 anni, di Alcamo. Quest’ultima già pregiudicata poiché nel 2010 era stata arrestata e poi condannata per omicidio colposo ed omissione di soccorso: con l’auto aveva travolto ed ucciso ad Alcamo un uomo di 45 anni ed era fuggita. La struttura è stata sequestrata ed affidata ad un amministratore giudiziario nominato dalla Procura. 

Una novantenne, già in precarie condizioni di salute, è stata costretta a subire inumana violenza: legata al letto con le maniche del pigiama così da non potersi muovere e la notte completamente coperta con un pesante piumone.

Le immagini delle telecamere piazzate nell’appartamento hanno registrato giorno e notte la crudeltà e l’inaudita violenza degli operatori nei confronti degli indifesi anziani ospiti. 

Decine e decine i maltrattamenti subiti dagli anziani nella casa di cura dell’orrore scoperta dai carabinieri della stazione di Castellammare del Golfo: se un’anziana signora sporcava ripetutamente il pannolone, veniva schiaffeggiata con violenza e derisa. Se a terra c’era della saliva, l’operatrice strattonava con forza l’anziana seduta sulla sedia a rotelle, la faceva alzare e la buttava a terra facendole pulire con la faccia il pavimento, per poi vantarsene con i colleghi. O se gli anziani gridavano per le botte o i dolori, li minacciavano di legarli «come una mummia».

Gli ospiti subivano angherie e violenze di ogni tipo, tutte registrate dalle telecamere posizionate dai carabinieri. Mesi e mesi di registrazioni da cui si evincono tutte le violenze e gli abusi.

Dalle intercettazioni emerge uno spaccato terrificante. In un altro caso, un’anziana si lamenta per i maltrattamenti, ma l’operatore la prende in giro: «Stai morendo? Brucia? ». E poi c’è l’operatore che a un’anziana malferma dice: «Ti pare che se cadi a terra io ti alzo? Io a terra ti lascio!».

Il gip sottolinea come gli anziani «sono insultati e costretti a vivere in un clima di brutalità, volgarità e sopraffazione. Vengono spietatamente derisi per le loro debolezze ».

Una donna in particolare veniva presa di mira dagli operatori arrestati. Si tratta di una novantenne che veniva «derisa, insultata, picchiata, minacciata e trattata senza alcun riguardo — continua il gip nel provvedimento — La donna veniva regolarmente legata al letto o alla sedia a rotelle e così privata di ogni libertà».
Per punire gli anziani che si lamentavano o che volevano raccontare le malefatte ai propri congiunti, venivano lavati con l’acqua gelida.
«La doccia gelata ti faccio — si sente in una intercettazione — Così vediamo se lo capisci e lo dici».