Se ancora non è vera emergenza rifiuti in Sicilia poco ci manca. Oggi scade, infatti, l’ordinanza regionale che ha permesso di gestire l'emergenza fino a questo momento e di evitare che i rifiuti rimanessero in strada grazie alle autorizzazioni al conferimento nelle discariche dell'Isola. Per evitare che si torni indietro, è necessaria una nuova proroga del Governo nazionale, altrimenti gli impianti di biostabilizzazione che permettono di spedire in discarica solo una parte dei rifiuti, separando il secco dall’umido, verranno fermati. Questi impianti sono quelli mobili posti davanti alle principali discariche, mentre quelli fissi torneranno a lavorare ad un regime ridotto.
I RISCHI - Quasi cinque mila tonnellate di rifiuti rischiano di rimanere fuori dalle discariche se non si arriva ad un accordo. La situazione è preoccupante, in generale in tutta la Sicilia ma soprattutto nell'agrigentino, dove a Siculiana vengono scaricati i rifiuti dei 43 Comuni dell'agrigentino, del nisseno e dell'ennese e dove arriva anche il 70% dei rifiuti di 22 comuni del Trapanese. Ma anche in Sicilia orientale, la situazione non è da meno, con uno degli impianti più grandi, quello di Sicula Trasporti tra Siracusa e Catania che ha funzionato solo grazie all’autorizzazione nazionale.
EMERGENZA E PROROGA -Dall’emergenza del 2016 si è andati avanti grazie a questi impianti ma una soluzione definitiva la Regione non è riuscita a trovarla. E’ questo il primo vero fronte di crisi che dovrà affrontare il neo presidente Musumeci che ne ha già discusso con il dirigente del dipartimento Gaetano Valastro e inviato la richiesta di deroga al Governo. Il dipartimento rifiuti alcune settimane fa ha inviato la richiesta di proroga a Roma nonostante l’assenza del governo regionale in carica, e da quelle che sono state le comunicazioni intercorse con l’ufficio del ministro dell’Ambiente Giampiero Galletti, si dovrebbe arrivare alla concessione della proroga dalla durata molto limitata, forse di appena tre mesi.
NUOVO PIANO - L’ordinanza quasi sicuramente sarà accompagnata dall’obbligo e dall’impegno della Regione di rinnovare il Piano della gestione dei rifiuti. In tre mesi, insomma, Musumeci dovrà affrontare e cercare di risolvere quello che non è stato fatto negli ultimi cinque anni: cambiare totalmente il piano; aumentare la percentuale di differenziata ancora troppo bassa; fare il completamento degli impianti di compostaggio e di biostabilizzazione. Sul quello che sarà il nuovo piano e su come si procederà è ancora presto per capire come evolverà la situazione. Musumeci ha però annunciato una totale diversificazione rispetto a quello fatto da Crocetta che prevedeva sei mini termovalorizzatori e nuove discariche pubbliche: «Abbiamo la necessità di avviare un lento ma inesorabile processo di riconversione del sistema dei rifiuti altrimenti arriviamo al collasso – commente Musumeci -. Non si può più procedere di proroga in proroga».
NO AI TERMOVALORIZZATORI - Musumeci nei giorni scorsi ha incontrato i vertici di Legambiente nel corso dell’Ecoforum di Palermo, e proprio in quell’occasione è emersa l’esigenza di dotare la Sicilia di nuovi impianti. I termovalorizzatori saranno sostituiti da impianti a gestione anaerobica. «Sono strutture a emissioni zero in atmosfera, gas metano e compost dai rifiuti pre-trattati, - le parole di Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente – e tutto ciò incentiva alla raccolta differenziata».
Musumeci ha detto di volere la collaborazione di Legambiente, per la programmazione del nuovo Piano rifiuti. «Voglio capire – ha detto - se le vostre proposte sono compatibili con le nostre risorse e le esigenze della Regione». Nel frattempo che venga studiato al meglio il nuovo Piano si sta cercando di fare un’ordinanza per le assegnazioni dei rifiuti fra le varie discariche funzionanti.
CHIUSURA BORRANEA – Da oggi la discarica di Borranea è chiusa per saturazione. In realtà l’impianto di proprietà del Comune di Trapani, dove vengono conferiti i rifiuti di 22 Comuni della provincia, è chiuso già da martedì per un problema tecnico al tritovagliatore.
L'impianto, come abbiamo raccontato qui non può più ricevere altra spazzatura, neanche in abbancamento, come sta accadendo da quasi due mesi, per trasferire, dopo la lavorazione, il 70% a Siculiana.
SOLUZIONI - Due al momento le soluzioni possibili per evitare la crisi e i rifiuti nelle strade. La prima riguarda l’ulteriore conferma per l'abbancamento di 40 mila tonnellate (già in passato ne era stato concesso uno per un quantitativo ridotto) che potrebbe consentire alla “Trapani Servizi” di proseguire a ricevere rifiuti a Borranea per circa tre mesi. La seconda potrebbe essere quella di continuare a trasferire il 70% dei rifiuti a Siculiana, in modo da allungare la vita del nuovo abbancamento da 3 ad almeno dieci mesi. Periodo in cui poter finalmente realizzare e completare la nuova vasca.
Entro il 7 dicembre la “Trapani Servizi”, presenterà alla Regione il progetto finale per la realizzazione di una nuova vasca a Borranea. Ma i tempi di realizzazione sono particolarmente lunghi, almeno 8/9 mesi. Per questo motivo Carlo Guarnotta, l'amministratore unico della “Trapani Servizi” ha prospettato al dipartimento Acqua e Rifiuti una possibile soluzione che trasformerebbe i 3 mesi di vita dell'impianto, con l'ok all'abbancamento, in circa dieci mesi. E lo ha fatto scrivendo al direttore generale Valastro chiedendo che, accanto all'autorizzazione abbancamento di 40 mila tonnellate, arrivi anche un'altra autorizzazione per il “trasferimento dei sovvalli in altra discarica, al fine di assicurare il regolare smaltimento dei rifiuti prodotti dai Comuni della provincia per il maggior tempo possibile”. L'autorizzazione all'abbancamento “garantirà una autonomia di 90 giorni”, mentre, avendo la possibilità di trasferire in altra discarica i sovvalli, il 70% dei rifiuti lavorati, così come avviene adesso, “l'autonomia della vasca si attesterebbe attorno a 300 giorni”. Quindi, dieci mesi nel corso dei quali la “Trapani Servizi” potrebbe ottenere il rilascio di una autorizzazione relativa al progetto di ampliamento della discarica.
PRIMI DISAGI A CASTELVETRANO - Le due giornate di chiusura anticipata della discarica di Borranea hanno causato la prima emergenza rifiuti a Castelvetrano. Con la convenzione con Trapani scaduta, così come quella con Siculiana, nell’attesa di una soluzione che arrivi, possibilmente entro oggi dal Governo Nazionale e dalla Regione, i rifiuti non potranno essere raccolti, e l’unica cosa possibile al momento è quella di dire ai cittadini di ridurre quanto più possibile il conferimento in strada dell'immondizia.