L’ultima donna in ordine di tempo ad essere stata arrestata nel corso di un‘operazione antimafia è Maria Angela Di Trapani, la donna alla guida del mandamento mafioso palermitano di Resuttana, figlia di un capomafia e moglie dello storico boss Salvino Madonia è stata arrestata la scorsa settimana nel corso di un’operazione coordinata dalla Dda di Palermo, che ha portato all'arresto di 25 persone accusate di mafia, estorsione, favoreggiamento e ricettazione.
I pentiti hanno già in passato parlato del ruolo di Mariangela Di Trapani, tanto che la donna venne arrestata nel 2008. Per gli inquirenti reggeva le sorti del clan mentre il marito, pluriergastolano, era detenuto al 41 bis, riuscendo a portare all'esterno gli ordini che il boss mandava ai suoi dal carcere.
I vecchi padrini in carcere puntavano tutto su di lei. «Si comporta come un uomo», dicevano soddisfatti. Mariangela Di Trapani, la moglie del boss Salvino Madonia, il killer dell’imprenditore Libero Grassi, aveva ricevuto un’investitura ben precisa: riorganizzare Cosa nostra. E si era messa subito al lavoro dopo essere stata scarcerata, nel settembre di due anni fa. A Palermo, i mafiosi la chiamavano ormai in un solo modo: la padrona. «La padrona ha detto», «la padrone vuole che si faccia così». La padrona del clan mafioso di Resuttana, l’enclave di Cosa nostra (da sempre fedele a Totò Riina) nel salotto buono della città.
Sono sempre di più le ‘donne di mafia’ che comandano con capacità criminale a volte maggiore degli uomini che sostituiscono e Cosa Nostra in questo forse è più moderna dello stato italiano. E tra le donne di mafia un posto di rilievo spetta a Patrizia Messina Denaro, sorella dell’ultimo superlatitante di Cosa nostra, il boss di Castelvetrano Matteo Messina Denaro.
Patrizia Messina Denaro - “Non sento mio fratello da 20 anni”, disse al gip dopo l’arresto. Ma gli inquirenti non la pensano affatto così.
Patrizia Messina Denaro, arrestata nell’operazione antimafia “Eden” del 2013, non è solo la sorella del boss di Castelvetrano, ma è una donna di mafia, una donna d’onore a tutti gli effetti. E’ la valutazione alla base della condanna a 14 anni e sei mesi emessa l’ottobre scorso dalla Corte d’Appello di Palermo, un anno e mezzo in più rispetto a quella di primo grado del Tribunale di Marsala.
I giudici per spiegare le motivazioni della sentenza, che ha visto un aumento della pena, hanno fatto riferimento alle intercettazioni dei colloqui che Patrizia Messina Denaro intratteneva con il marito Vincenzo Panicola, in carcere dal 2010. Ed è la conversazione in cui il marito le chie-deva di avere il permesso di procedere al pestaggio dell’imprenditore Giuseppe Grigoli - re dei Supermercati Despar in Sicilia Occidentale e prestanome di Matteo Messina Denaro - che certifica come la donna non era solo una consigliera del coniuge, ma che aveva un ruolo di primo piano nell’organizzazione criminale, superiore a quello del marito e che le consentiva di decidere - riferendolo al fratello – di portare a termine o meno la spedizione punitiva nei confronti di Grigoli che nell’ambiente carcerario era considerato sul punto di pentirsi.
Pericolosissima, è ritenuta, madre di tre figli ma pienamente inserita nella famiglia mafiosa di Castelvetrano, quella capeggiata dal «fantasma» ricercato da nuclei speciali superaddestrati di tutte le forze dell’ordine e rintracciabile solo da lei. Patrizia ha avuto un ruolo di enorme responsabilità: trasmettere, al boss invisibile, la volontà e gli ordini, che volendo potrebbe manipolare a suo piacimento. Ma l’autorità che le veniva riconosciuta, sebbene una donna in un ambiente culturalmente retrivo come quello mafioso, sono indiscutibili.
Ecco chi sono le altre donne boss. Nunzia Graviano, sorella dei boss di Brancaccio Giuseppe e Filippo, quando fu arrestata nel 1999 aveva 31 anni e allora era una rarità una donna reggente di una famiglia mafiosa. Amministrava il denaro della cosca, lei che gestiva i soldi da dare alle famiglie dei detenuti, lei che teneva la contabilità delle slot machine.
Altra donna boss è Giusy Vitale, sorella dei boss di Partinico Leonardo e Vito, avrebbe retto il mandamento durante la latitanza di uno dei fratelli. Arrestata nel 2003, dal febbraio 2005 ha cominciato a collaborare con la giustizia e ha detto di averlo fatto per amore dei figli.
Carmela Rosalia Iuculano, arrestata a 32 anni, nel 2004. Moglie di Pino Rizzo, capomafia di Trabia, fu accusata di aver diretto la cosca dopo l’arresto del consorte.
Giuseppa Sansone, moglie del boss Francesco Tagliavia, accusata di aver gestito, dopo l’ arresto del marito, gli affari della “famiglia” mafiosa di corso dei Mille. Nel 1996 Maria Filippa Messina, 28 anni, la prima donna alla quale fu applicato il 41 bis è la moglie di Antonino Cinturino, boss di Calatabiano.