La questione rifiuti in Sicilia non è più un problema, è un dramma.
Lo sa bene Nello Musumeci, presidente della Regione, che ieri ha, intanto, puntato il dito contro i governi precedenti, che non hanno mai realmente e concretamente messo mano al problema.
Da Capodicasa a Leanza, da Cuffaro a Lombardo per finire a Crocetta: “È da irresponsabili avere fatto finta di niente per venti anni e avere messo la polvere sotto il tappeto, senza mai risolvere quella che è diventata una vera e propria emergenza strutturata. Dire che la Regione abbia esercitato i suoi poteri di pianificazione e controllo in tema di rifiuti sarebbe una grossa bugia. Dire che i Comuni abbiano svolto appieno la propria funzione sarebbe anche questa una grossa bugia. Chi doveva fare la propria parte non l'ha fatto".
Parla in conferenza stampa Musumeci con accanto Salvo Cocina, nominato da pochi giorni alla guida del dipartimento.
La situazione è gravissima, dice il Governatore: “Un dirigente da solo non può risolvere tutto. Servono esperti, tecnici, geologi, avvocati".
Sono cinque mila le tonnellate di rifiuti che ogni giorno arrivano in discarica, lo spazio ancora disponibile non è sufficiente: appena due milioni di metri cubi.
Per Musumeci non c'è altro da fare che chiedere lo stato di emergenza, le discariche sono tutte al collasso e nemmeno i termovalorizzatori potrebbero risolvere o tamponare il problema. La differenziata nell'isola è appena al 15%.
Pronto già il bando di gara per portare all'estero i rifiuti: “Stiamo predisponendo i bandi per portare i rifiuti fuori, per almeno dieci mesi”.
Dove andranno? Non in Italia, ma si cerca disponibilità in altri paesi dell'Europa, almeno in quelli vicini come la Germania e la Francia.
Volerà a Roma, nella giornata di oggi, Musumeci per incontrare Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio. Chiederà che venga riconosciuto lo stato di emergenza ambientale per Bellolampo e per i Comuni inadempienti.
Il problema non è solo legato alla discarica di Bellolampo, ma è quella che al momento presenta la maggiore criticità. A breve tutta la parte della Sicilia occidentale sarà al collasso.
Non c'è altra soluzione che far crescere la differenziata, per farlo occorre tempo e sensibilità dei siciliani, nel frattempo Musumeci vuole azzerare per interno l'ultima riforma che è complice del disastro: “Basta con 33 enti mangiasoldi che non hanno prodotto alcun risultato. La competenza deve passare ai Liberi Consorzi e alle Città Metropolitane. C’è già pronto un disegno di legge che sarà approvato dalla giunta e trasmesso al Parlamento perché veda la luce in primavera”.
A Gentiloni verrà presentato un cronoprogramma che prevede la predisposizione di dieci piattaforme di raccolta differenziata, il compostaggio e il conferimento dei rifiuti post trattamento. L'attivazione è prevista per l'estate del 2019.
E' una battaglia che Musumeci affronterà da solo: “Con o senza assessore desidero seguire da vicino questo ramo dell'amministrazione”.
Il presidente della Regione è seriamente preoccupato, lo ha detto in conferenza stampa, sulla questione rifiuti il suo Governo si gioca la credibilità.
Ha una buona intesa con il Governo centrale: “È un esecutivo di centrosinistra. Alfano, Delrio e Galletti hanno mostrato grande comprensione e disponibilità".
A conferenza stampa ultimata insorgono le opposizioni, Giuseppe Lupo (capogruppo PD) sostiene che Musumeci non faccia proposte convincenti:
“Critica la gestione emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia e la richiesta di poteri speciali dei presidenti della Regione degli ultimi vent’anni ma, contraddicendosi, come soluzione indica proprio lo stato di emergenza. E oltretutto non avanza una soluzione programmatica in grado di dare stabilità e certezze al sistema. Trovo ingiusto che in questa fase si addossino responsabilità ai Comuni, invece di sostenerli. Chiediamo al presidente della Regione di riferire in Aula sul programma che intende attuare per la gestione dell’assessorato all’Energia".
A compiacersi, per le scelte adottate da Musumeci, sono Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia, Amedeo Benigno segretario Fit Cisl, Dionisio Giordano segretario Fit Cisl Ambiente.
I tre segretari sono anni, dicono, che chiedono “poteri straordinari per la costruzione degli impianti alla luce anche dell’esperienza fatta nella nostra Regione. Siamo d’accordo inoltre sullo scioglimento dei Comuni inadempienti. Si incrementi con il porta a porta che necessita però di un maggior numero di lavoratori rispetto alla raccolta tradizionale, e dunque il tema del reperimento delle risorse economiche necessarie ad incrementare realmente le percentuali”.
Il discorso di Musumeci non è invece piaciuto al deputato de i Cento Passi Claudio Fava: “Non leggo una sola parola di verità sui privati che hanno monopolizzato e gestito per interposte persone (Crocetta più Lumia) il business milionario dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Non leggo una sola parola sulle centinaia di stazioni appaltanti nei Comuni siciliani che hanno concesso, senza gara, l'appalto sulla raccolta dei rifiuti a imprese di prestanome legati alla mafia. Se si pensa di risolvere tutto con i termovalorizzatori senza la forza di recidere i legami d'affare con la criminalità organizzata, siamo sempre all'anno zero".
Vincenzo Figuccia, dimessosi da pochi giorni, ha commentato la gestione dell'annoso problema: “Non è con le analisi e il porre l'accento sulle responsabilità del passato che si risolvono i problemi. Bene l'elaborazione di un Piano per portare i rifiuti all'estero, creare un sistema di premialità per chi pratica la raccolta differenziata, avviare gli impianti avvalendosi delle nuove tecnologie e far in modo di superare il sistema obsoleto e dannoso delle discariche. In ogni caso, sono soddisfatto di constatate come il presidente Musumeci sia finalmente uscito dalla logica del silenzio ispirata dalla frase 'lavorare e tacere'. Dall'autorevole ruolo di presidente non deve sottrarsi al racconto e all'agire".
Giampiero Trizzino, deputato Cinque Stelle, indica Musumeci come il Crocetta bis: “Quantomeno Crocetta era capace di tenere i suoi assessori per almeno un mese, Musumeci nemmeno questo. Il suo assessore ai rifiuti ha lasciato la poltrona dopo una sola settimana dall’insediamento dell’Assemblea. D’altronde era evidente che i rifiuti non fossero un problema del governo Musumeci, altrimenti il neo presidente avrebbe fatto scelte più sagge, ed invece, come da buona vecchia politica, la poltrona dell’assessore ai rifiuti è stata, come tutte le altre, oggetto di spartizione tra chi lo ha sostenuto in campagna elettorale”.
Per Trizzino la soluzione c'è: “ Aprire gli impianti di compostaggio e attuare una politica di incentivi per chi investe nelle piattaforme di recupero. Le discariche devono diventare un ricordo”.