Arriva l'interdizione per Liberty Lines, la compagnia di navigazione di Vittorio Morace che opera in pratica in regime di monopolio in Sicilia per il collegamento con le isole minori.
E' una bella botta, che va oltre il sequestro delle quote che era avvenuto qualche settimana fa. E, stavolta, potrebbe mettere a rischio l'operatività della compagnia, che tutti ancora chiamiamo Ustica Lines, soprattutto se si verificherà il sospetto della procura: e cioè che la gran parte del profitto generato dalla compagnia sia basato su bandi e agevolazioni "di favore", messi su da funzionari compiacenti alla Regione Siciliana.
In pratica arriva un commissario per esaminare l'attività della compagnia e capire se ci sono profitti ingiusti, se i contratti con la Regione sono eseguiti (il sospetto è che molte clausole non siano mai state rispettate a favore della compagnia), se ci sono tra i lavoratori della Liberty Lines parenti di sindaci, politici, o di funzionari della Regione, e poi "bonificare" il tutto.
Alla base c'è una storia di corruzione per un valore di dieci milioni di euro. L'abbiamo raccontata in un articolo che potete leggere cliccando qui.
Ecco il comunicato dei Carabinieri:
Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, nella giornata di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo e di Trapani hanno notificato un’ordinanza interdittiva nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a.” con la quale il Tribunale di Palermo, su conforme richiesta della succitata Procura della Repubblica, ha disposto la nomina del commissario giudiziale della prefata società, con i compiti di:
1. esaminare i contratti vigenti, accertando l’eventuale presenza di clausole produttive di profitti ingiusti per la società di navigazione;
2. verificare la corretta esecuzione dei contratti e la legittimità degli importi di volta in volta richiesti alla Regione Siciliana o agli enti locali eventualmente coinvolti;
3. accertare l’esistenza di anomale cointeressenze di tipo personale/familiare, lavorativo ed economico, tra il personale della Liberty Lines e quello della Regione Siciliana o di altri Enti, pubblici o privati, coinvolti a vario titolo nella aggiudicazione e nella attuazione dei contratti di pubblico servizio in oggetto;
4. curare l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di organizzazione idonei a prevenire reati della specie di quelli verificatisi.
Il provvedimento interdittivo emesso nei confronti della società “Liberty Lines s.p.a” scaturisce dall’applicazione delle disposizioni normative di cui al D. Lgs. nr. 231/01 (Responsabilità amministrativa delle società e degli enti) sulla base delle risultanze emerse nel corso dell’attività investigativa sfociata nella cd. operazione MARE MONSTRUM del 19 maggio 2017. In tal senso, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo ha ritenuto la sussistenza di un concreto e attuale rischio di commissione di altri illeciti amministrativi dipendenti da reato da parte della società di navigazione in argomento, la quale avrebbe tratto vantaggio dai delitti di corruzione commessi da Vittorio MORACE sia sotto il profilo economico sia per effetto della posizione di privilegio ricoperta nel settore del trasporto marittimo. Secondo il Giudice, la società in questione, essendo di esclusiva proprietà della famiglia MORACE, non è mai stata dotata di modelli organizzativi e gestionali adottati al fine di evitare la commissione dei delitti in questione.
Le indagini compendiate nell’operazione MARE MONSTRUM rivelavano come il citato MORACE, all’epoca dei fatti presidente pro tempore della società di navigazione “Ustica Lines s.p.a.”, avesse stretto un patto corruttivo con Salvatrice SEVERINO, dirigente pro tempore dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana. L’accordo avrebbe portato la citata dirigente a predisporre e confezionare bandi di gara, aventi ad oggetto l’affidamento quinquennale del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse con mezzi veloci tra la Sicilia e le isole minori, in favore della compagnia di navigazione trapanese presieduta dallo stesso MORACE.
La dirigente, inoltre, in ossequio all’illecito patto in parola, avrebbe erogato a beneficio di “Ustica Lines s.p.a.” i richiamati 10 milioni di euro a titolo di compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società.
In cambio di ciò, la dirigente avrebbe ricevuto beni di lusso e ottenuto l’assunzione della figlia nella stessa società di navigazione.
Palermo, 9 marzo 2018