Fabio Bongiovanni, candidato al Senato per Noi con l'Italia-UDC. I moderati registrano una sconfitta, non siete arrivati al 3% nazionale.
Il risultato elettorale è chiaro, c'è una affermazione dei Cinque Stelle che non mi aspettavo. Ero certo che i seggi sarebbero stati divisi tra il centrodestra e i grillini, in realtà c'è stata l'ondata.
Si aspettava questa brutta affermazione del suo partito?
No, siamo al di sotto di ogni aspettativa. E' una sconfitta, siamo stati forse incapaci di spiegare all'elettorato il motivo per cui siamo scesi in campo che era quello di porre un freno agli estremismi della coalizione e, invece, veniamo marginalizzati noi. Anche il centro sinistra pare che sia evaporato in questa tornata elettorale.
Non esistono più i partiti?
Questa è una cosa trita e ritrita. Ne esisteva solo uno che era il PD che continuava a fare la guerra al suo interno. Io sono un cultore dello strumento partito, è difficile organizzare il sentimento diffuso.
Da dove riparte quest'area moderata di centro destra?
Dall'amministrazione. Io sono abituato a queste sconfitte. Ripartiamo dai territori e quindi dalle autonomie locali.
Il punto è: a chi parla oggi la politica? Perché durante questa campagna elettorale tutti i candidati di centro destra e centro sinistra sostenevano che attorno alle loro candidature ci fosse un clima di grande fiducia. Si parlano addosso, allora?
Noi abbiamo fatto riunioni e comizi, ma le persone che abbiamo convinto erano poche. Non si fa massa con le persone prese ad uno ad uno. Tutto negativo, la politica è diventata autoreferenziale.
Questo del movimento Cinque Stelle è solo un voto di protesta o anche di punizione per la classe politica?
E' un momento di somma quello delle elezioni nazionali, con questa ondata c'è una sentenza inappellabile. Mi auguro che non si vada a votare in tempi strettissimi, non farebbe bene all'Italia.