Cambiano i governi, in Sicilia, ma non la sostanza: nessuno riesce a risolvere il problema della gestione della raccolta dei rifiuti. Nello Musumeci ha già cambiato idea una decina di volte, sul tema, e adesso affida all'esperto Aurelio Angelini la redazione di un nuovo piano, che sarà presentato ad Agosto e che avrà alcune importanti novità rispetto agli annunci degli ultimi mesi. La principale novità è il fatto che non saranno previsti termovalorizzatori. Se da tanto mi da tanto, allora, vuol dire che la Regione Siciliana metterà il turbo sulla raccolta differenziata. Sarà Angelini, professore di Sociologia dell’ambiente dell’università di Palermo, a guidare il pool di esperti per la redazione del piano. C'è giù una delibera di giunta che precisa che «per via della carenza di figure idonee e ad elevata professionalità» si potrà ricorrere a esterni. Quindi verranno arruolati «esperti in campo giuridico, economico, comunicativo educativo, tecnico-ingegneristico». La struttura avrà a disposizione un budget di 2 milioni di fondi europei.
Angelini prevede di scrivere la prima bozza del piano entro agosto. Poi scatterà la fase di approvazione che passerà dalla Valutazione di impatto strategico e finirà col parere dell’Ars.
Il piano rifiuti vedrà la luce verosimilmente a dicembre, quando scadranno i poteri speciali del commissariamento. E la Regione supererà così una delle principali obiezioni maturate a livello comunitario: l'Unione Europea ha infatti bloccato finanziamenti per 200 milioni proprio per la mancanza di un piano rifiuti.
L'obiettivo è raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Va ricordato che la Regione è ferma a meno del 20% e che nell’ultima ordinanza emergenziale Musumeci ha dato tempo ai Comuni fino a fine maggio per arrivare al 35% (previste sanzioni per i sindaci che non si adeguano). Palermo, Catania e Messina sono ferme al 10%. Mentre solo 110 Comuni su 390 hanno percentuali accettabili, in qualche caso anche intorno al 50%.
Verranno cancellati i vecchi Ato e le Srr previste dalla norma del 2010 mai applicata. Nasceranno 9 nuovi Ato corrispondenti alle Province. E saranno questi Ato a bandire nuove gare per assegnare il servizio di raccolta. I nuovi Ato però dovranno mantenere fino alla scadenza naturale gli appalti ancora in corso con gli attuali gestori del servizio: la rivoluzione sarà graduale. C'è però un buco da un miliardo e mezzo di euro da sanare.