C'è un tizio in Toscana che dice di aver visto di recente Matteo Messina Denaro.
Un testimone che afferma di conoscere il latitante Matteo Messina Denaro svela la rete di protezione che favorisce il boss trapanese ricercato da 25 anni. E' una storia esclusiva che L'Espresso pubblica nel numero in edicola da domenica 25 marzo, abbinato a Repubblica.
Viene reso pubblico per la prima volta un contesto sociale e criminale, oltre che logistico, mai affrontato dalle indagini che fino adesso hanno portato in Sicilia ad emettere provvedimenti giudiziari per favoreggiamento del boss.
Qui lo scenario in base al racconto inedito si sposta in altre regioni. Il testimone rivela incontri avuti con Messina Denaro e i nomi delle persone che lo hanno assistito. Apre, inoltre, scenari criminali nuovi in cui si muove il mafioso accusato di omicidi e stragi. Si scopre cosi' che il latitante ha ottenuto coperture anche da esponenti della 'ndrangheta, i posti in cui ha alloggiato, e il territorio che ha frequentato: "L'ho conosciuto al porto di Palermo, poi avevamo un altro appuntamento in Toscana. Dov'e' protetto da uomini della 'ndrangheta". A parlare e' un toscano di 45 anni, con qualche disavventura giudiziaria e vecchie amicizie con siciliani legati a Cosa nostra e calabresi appartenenti a clan della 'ndrangheta. Proprio queste amicizie gli avrebbero permesso di entrare in contatto con gli uomini piu' vicini al ricercato numero uno. Si apprende delle sempre piu' precarie condizioni di salute del boss e la clinica in cui e' stato curato. E si scopre che uno dei nipoti del latitante e' un magistrato in servizio in una procura del Nord Italia. Le rivelazioni del super testimone pubblicate da L'Espresso sono al vaglio dei magistrati della procura distrettuale antimafia di Firenze, che ha gia' riscontrato gran parte delle affermazioni, in alcuni casi pure con fotografie che documentano incontri segreti con l'entourage di Messina Denaro, delegando indagini alla Guardia di Finanza.