A Trapani la settimana Santa è diventata centrale non solo per i Misteri ma per la via crucis delle candidature.
Giacomo Tranchida ha aperto le danze, ha animato lo stagnante stato trapanese dei tanti movimenti civici, proliferati in men che non si dica, e con poche chance di avere un proprio candidato sindaco.
Su Tranchida convergono anche Enzo Abbruscato e Peppe Guaiana. Quest’ultimo proviene da ambienti di centrodestra, si dice pronto a dialogare ad un'intesa di coalizione piuttosto ampia per far rinascere la città di Trapani.
Iniziano le prime incomprensioni tra i candidati sindaci, a fare delle affermazioni forti è lo stesso Tranchida: “Ho atteso che maturassero cambia-menti, ed invece ho registrato che i rituali politici classici, dalle segreterie di partito ai caminetti, si sono trasferiti nella hall del Crystal ...disegnando coalizioni eterogenee ..ma con una ispirazione tipica della conventio ad excludedum. Eppure quando si tenta di portare soccorso ad un ammalato grave, come è stata ridotta la città di Trapani, ci si dà da fare un po’ tutti. Non ho bacchetta magica ma ho un debito con i trapanesi (regionali) e voglio comunque onorarlo”.
E ancora: “E’ dunque il tempo di accelerare, bruciare le tappe che ci portano al voto su Trapani il prossimo 10 Giugno, definire coalizione civiche e programmi aperti alla e con la città. Chi ci sta lo dica chiaramente ...”.
Intanto Peppe Bologna, Giacomo Tranchida, Piero Savona e Enzo Abbruscato sono stati convocati dal Partito Democratico, si cerca di trovare la quadra. Tranchida in quella sede è stato chiaro: “Niente sigle di partito, solo liste civiche”.
Il PD potrebbe optare, dunque, per la soluzione meno indolore quella di rinunciare alla presentazione del proprio simbolo e allestire una lista civica.
Tuttavia i dem trapanesi potrebbero convergere, come loro candidato, su Peppe Bologna, tesserato da sempre del PD, facendo fare un passo indietro a Pietro Savona.
Lo stesso Savona nel 2017 ha dovuto affrontare una candidatura non facile, un percorso con spine e pochi fiori. Savona ci vuole riprovare. Vorrebbe indossare la fascia tricolore da Primo Cittadino, impresa ancora più difficile nel 2018. E' il suo partito che non lo valorizza, che spende il suo nome per poi metterlo da parte, ovvero di lanciarlo nella mischia con la consapevolezza di una sconfitta.
Ma Savona, che è pacato ma capace di intuire tutto, queste cose le ha già annusate.
Si presta al gioco. In una sua lettera aperta tenta di mettere ordine sulle ragioni della riunione all'hotel Crystal, dalla quale sono stati, volutamente, tagliati fuori Giacomo Tranchida ed Enzo Abbruscato. Savona spiega le ragioni di quella scelta: “E’ bene chiarire che non sono stati coinvolti, in prima battuta, solamente quei candidati a Sindaco che già sapevo lo sarebbero stati con certezza a prescindere da qualunque tavolo, ed è servita a verificare come qualche altro, tra i presenti, aveva già scelto con chi stare; la presenza di qualche movimento o formazione politica è stata richiesta dai diretti interessati o da qualcuno dei partecipanti. Non è servita a niente probabilmente, ma se ha prodotto accelerazioni significa che è stata utile. Si pone il solito problema che la vecchia pratica politica inciucista è adusa a perseguire, ricorrendo alle riunioni fatte di nascosto, che è sempre possibile negare, tranne quando altri ne danno conferma, per criticare chi fa le iniziative alla luce del sole e senza infingimenti di alcun genere, seppure liberamente opinabili da chiunque. Per quanto mi riguarda preferisco l’ufficialità degli incontri ed ho dato ampia dimostrazione di chiarezza non solamente in tale occasione”.
La situazione Paceco. Il centrodestra si compatta con la candidatura unitaria dell'avvocato Giuseppe Scarcella. Fa un passo indietro Gianni Basiricò per “avviare un percorso di rilancio culturale, sociale ed economico”.
Dalle parti del centrosinistra, Stefano Ruggirello rifiuta la candidatura di bandiera con il PD. La sua figura è stata messa in discussione dopo essere stato indicato sindaco “per acclamazione”. A sparigliare le carte ci ha pensato il gruppo legato a Pietro Cognata che mira alla candidatura di Filiberto Reina, che a questo punto è rimasto l'unico candidato dem.
Amara la reazione di Ruggirello: “ Non ritengo alla stato attuale, di poter accettare di rappresentare un Partito che al suo interno deve risolvere questioni ben più importanti della scelta di un candidato a Sindaco. Alle radici di ciò, una questione etica e morale che desidero affrontare nella sede preposta il giorno 4 Aprile, scevro da qualunque ruolo assegnatomi, in un ottica costruttiva che non sarebbe facile sincronizzare con i valori interiori ed esteriori che mi impongono il rispetto delle regole e dei precetti in generale. Fedele al concetto che la qualità del nostro mondo interiore è la migliore garanzia del rispetto delle leggi e la migliore cura per invertire la nostra direzione di marcia, chiedo umilmente scusa a quanti in questo partito hanno creduto in me, avviando insieme al sottoscritto un processo democratico. E’ certo che Il mio impegno volto alla crescita del dialogo, alla massima condivisione, allo sviluppo in ogni sua forma, non verrà mai meno, aldilà del ruolo che la comunità di Paceco vorrà affidarmi”.