Dopo D'Angelo, anche Savona si ritira dalla corsa alla sindacatura a Trapani:
A seguito di approfondita ulteriore riflessione comunico la volontà di revocare la disponibilità alla candidatura a sindaco per le prossime elezioni amministrative del Comune di Trapani.
Tale decisione, assunta già la scorsa settimana di concerto a numerosi sostenitori, è stata già da tempo resa nota ai vertici del PD ed a numerosi iscritti e dirigenti, perché potessero prenderne atto.
La proposta politica presentata alla cittadinanza nelle amministrative dello scorso anno era fortemente caratterizzata da un programma costruito con i cittadini dopo una attenta analisi delle criticità e dei fabbisogni, ed una rivisitazione dei punti di forza e degli interventi prioritari che guardavano ai bisogni dei quartieri, al disagio sociale, ed alle prospettive di programmare le risorse ai fini di una vera programmazione in tutti i settori (rifiuti, energia, urbanistica, servizi sociali) a favore della città e dei cittadini e non solamente di alcuni.
Alla base di ciò la proposta era orientata, attraverso iniziative già individuate nel programma, alla coerenza rispetto alle problematiche della lotta alla corruzione e della criminalità organizzata ad un reale cambiamento anche delle modalità di gestione della cosa pubblica; in funzione di ciò abbiamo inteso rifiutare ogni intesa con altri candidati, responsabili delle amministrazioni cittadine degli ultimi anni, oltretutto coinvolti in vicende giudiziarie che imponevano di porre particolare attenzione sulla questione morale che, anche adesso, deve essere posta alla base di ogni programmazione futura.
Ancora oggi sarebbe auspicabile effettivamente rimanere lontani da personaggi interessati da gravi fatti giudiziari, fintantochè tali fatti non siano risolti.
La scelta stessa degli Assessori (Bartholini, Foderà, Gabriele, Polizzi, Scalabrino), avvenuta tra persone di comprovata capacità e di indiscussa moralità, espressione di quella società che vuole cambiare e liberarsi da qualunque forma di spartizione da “manuale cencelli”, è stata un concreto segnale di cambiamento delle vecchie “regole” a favore di un’altra politica che i cittadini hanno ben compreso tributando una notevole messe di voti malgrado gli inviti al non voto di tutti gli altri partiti; non abbiamo cercato accordi a tutti i costi anzi abbiamo rifiutato le proposte provenienti da ambienti non ritenuti consoni che, successivamente, hanno preferito la città commissariata di oggi.
Ad avviso dello scrivente, oggi non esistono le condizioni per riproporre, personalmente, una esperienza di quel tipo anche se rimane l’augurio che i principii del cambiamento auspicato possano trovare luogo nei programmi e nella concezione di altri concorrenti.
Pietro Savona